Coronavirus, mortalità al 3,4%, l'Oms: "Più alta dell'influenza"
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Coronavirus, mortalità al 3,4%, l'Oms: "Più alta dell'influenza"

Nel mondo c'è una carenza di mascherine e guanti, dovuta alle conseguenze dell'epidemia di coronavirus, e le aziende dovrebbero aumentare la produzione del 40% per far fronte all'emergenza.

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4 Marzo 2020 - 15.38


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Il Coronavirus non è una semplice influenza: lo ha sottolineato Roberto Burioni, e anche l’Oms sta cercando di bilanciare l’ondata di notizie tranquillizzanti che sono andate sotituire le prime, molto allarmistiche, date dai media. Insomma, la verità sta nel mezzo: non si tratta della peste, ma nemmeno di un raffreddore. 
La mortalità del virus è del 3,4%. Non del 2% come precedentemente stimato, ed è quindi superiore a quella del virus dell’influenza, che è dell’1%. E l’assenza di un vaccino rende le cose allarmanti, specifica l’Oms. 

Nel mondo c’è una carenza di dispositivi protettivi, dalle mascherine ai guanti, dovuta alle conseguenze dell’epidemia di coronavirus, e le aziende dovrebbero aumentare la produzione del 40% per far fronte all’emergenza. Si legge in un comunicato dellOms, in cui sottolinea che a causare l’aumento della domanda ci sono anche fenomeni come l’accaparramento e l’utilizzo errato.

Sono arrivate a 3.198 le morti nel mondo per il coronavirus, 93.455 i contagi e 50.700 le persone guarite. È il quadro in tempo reale dell’università Johns Hopkins.

Cina

La Cina ha registrato 119 nuovi contagi da coronavirus, in calo per il terzo giorno di fila, e 38 ulteriori decessi. Secondo gli ultimi dati della Commissione sanitaria nazionale (Nhc) aggiornati a martedì, i decessi totali sono saliti a 2.981 e le infezioni a 80.270. I nuovi casi nell’Hubei, provincia epicentro dell’epidemia, si sono attestati a 115, mentre 4 sono quelli relativi al resto della Cina. Il numero di infezioni sospette sono calate a 520, ai livelli più bassi da gennaio. 

Tra i 4 nuovi casi di coronavirus annunciati in Cina oggi dalla Commissione sanitaria nazionale (Nhc), al netto dei 115 dell’Hubei, l’epicentro dell’epidemia, tre fanno capo a Pechino e uno a Ningxia. Nella capitale, due sono “contagi di ritorno” e sono relativi a viaggiatori arrivati dall’Iran e dall’Italia.
Iraq
L’Iraq ha registrato il primo decesso di un paziente affetto dal coronavirus: lo hanno reso noto le autorità sanitarie locali. La vittima è un uomo di 70 anni deceduto oggi a Souleimaniyeh, nel Kurdistan iracheno, ha detto il portavoce della direzione sanitaria provinciale. Finora i casi confermati nel Paese sono 31.
Corea del Sud
La Corea del Sud ha registrato 516 nuovi casi di contagio da coronavirus, che fanno salire il totale nazionale a quota 5.328. Gli ultimi dati aggiornati diffusi dal Korea Centers for Disease Control and Prevention (Kcdc) hanno evidenziato anche quattro ulteriori decessi, per complessivi 32 casi.
Iran
Nuovo contagio da coronavirus (Covid-19) nel governo iraniano: il ministro dell’Industria Reza Rahmani è risultato positivo a test compiuti nelle ultime ore. In precedenza era stata colpita la vicepresidente Masoumeh Ebtekar e diversi alti funzionari, oltre ad almeno 23 parlamentari. I contagi complessivi confermati sono 2.336 e le vittime 77.

Polonia
La Polonia ha annunciato oggi il primo caso di contagio da coronavirus sul suo territorio. Si tratta di uomo che aveva soggiornato in Germania. Il paziente “non fa parte di un gruppo a rischio”, cioè non è anziano, ha dichiarato il Ministro della Sanità Lukasz Szumowski. L’uomo ha avuto “relativamente pochi contatti” con coloro che lo circondavano. Altre 68 persone sono attualmente ricoverate in Polonia per verificare se contagiate o meno e circa 500 sono in quarantena, ha ricordato Szumowski.
Bulgaria
In Bulgaria le autorità delle città di Varna, sul Mar Nero, e Blagoevgrad, a sud, hanno disposto la chiusura delle scuole fino al 6 marzo come misura preventiva contro il diffondersi del coronavirus. Le due città si vanno ad aggiungere a Burgas, sempre sul Mar Nero, dove erano state decise misure analoghe. Gli studenti dovrebbero quindi tornare in classe lunedì 9 marzo, nonostante ancora non siano stati confermati casi di coronavirus in Bulgaria. 
Giappone
I casi di coronavirus in Giappone – compresi gli oltre 700 passeggeri infettati sulla nave Diamond Princess – hanno superato la soglia psicologica delle 1.000 persone. I numeri aggiornati ad oggi sono stati forniti dal ministero della Salute nipponico e comprendono un bilancio di 12 morti, inclusi sei che erano sulla nave.

Le principali compagnie aeree giapponesi – All Nippon Airways (Ana) e Japan Airlines (Jal) – hanno annunciato un’ulteriore riduzione dei voli interni a causa dell’espansione del coronavirus che continua a penalizzare il comparto del turismo e dei trasporti. Tra gli aeroporti in cui verranno operati tagli ci sono gli scali di Haneda a Tokyo e Itami Airport a Osaka, insieme ad altre città a partire venerdì. In un comunicato Jal definisce la situazione come “la conseguenza di uno scenario imprevisto che ha visto la cancellazione o il posticipo di eventi sportivi e culturali per impedire la diffusione della malattia”. Ana eliminerà oltre 200 voli nei prossimi 7 giorni, in primo luogo le rotte verso l’Hokkaido, che fino ad oggi risulta la prefettura dell’arcipelago più colpita dal virus con 79 casi di contagi. Le due aerolinee inoltre, consentiranno ai propri passeggeri di cancellare i biglietti per le rotte interne e internazionali senza l’aggiunta di una sovrattassa fino alla fine di aprile. Altre società nipponiche, tra cui la Hitachi, hanno chiesto ai propri dipendenti di evitare i viaggi aziendali e le visite ai clienti, oltre a lavorare dalle proprie abitazioni.

 

 

 

I casi di coronavirus in Giappone – compresi gli oltre 700 passeggeri infettati sulla nave Diamond Princess – hanno superato la soglia psicologica delle 1.000 persone. I numeri aggiornati ad oggi sono stati forniti dal ministero della Salute nipponico e comprendono un bilancio di 12 morti, inclusi sei che erano sulla nave.

Le principali compagnie aeree giapponesi – All Nippon Airways (Ana) e Japan Airlines (Jal) – hanno annunciato un’ulteriore riduzione dei voli interni a causa dell’espansione del coronavirus che continua a penalizzare il comparto del turismo e dei trasporti. Tra gli aeroporti in cui verranno operati tagli ci sono gli scali di Haneda a Tokyo e Itami Airport a Osaka, insieme ad altre città a partire venerdì. In un comunicato Jal definisce la situazione come “la conseguenza di uno scenario imprevisto che ha visto la cancellazione o il posticipo di eventi sportivi e culturali per impedire la diffusione della malattia”. Ana eliminerà oltre 200 voli nei prossimi 7 giorni, in primo luogo le rotte verso l’Hokkaido, che fino ad oggi risulta la prefettura dell’arcipelago più colpita dal virus con 79 casi di contagi. Le due aerolinee inoltre, consentiranno ai propri passeggeri di cancellare i biglietti per le rotte interne e internazionali senza l’aggiunta di una sovrattassa fino alla fine di aprile. Altre società nipponiche, tra cui la Hitachi, hanno chiesto ai propri dipendenti di evitare i viaggi aziendali e le visite ai clienti, oltre a lavorare dalle proprie abitazioni.

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