Seychelles, Mauritius, Regno Unito , Giordania: i divieti e le misure contro gli italiani
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Seychelles, Mauritius, Regno Unito , Giordania: i divieti e le misure contro gli italiani

Il nostro paese è considerato a rischio per il coronavirus e la lista dei paesi che ci chiude le porte si allunga

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25 Febbraio 2020 - 15.21


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Ormai non ci vuole più nessuno: si allunga la lista dei Paesi stranieri che hanno deciso di adottare delle misure restrittive nei confronti dei viaggiatori italiani per contenere la diffusione del Coronavirus.
Dal sito di Viaggiare Sicuri del Ministero degli Affari Esteri emerge che la Giordania ha “vietato l’ingresso di tutti i viaggiatori provenienti dall’Italia, salvo i cittadini giordani. Ai viaggiatori che abbiano viaggiato in Italia, Cina, Corea del Sud e Iran nei 14 giorni precedenti l’arrivo in Giordania sarà negato il visto d’ingresso”.
Stessa situazione per le Seychelles dove le autorità hanno “vietato a tutte le compagnie aeree con voli diretti alle Seychelles di imbarcare passeggeri che siano stati in Italia, Cina, Sud Corea e Iran negli ultimi 14 giorni”, ad eccezione dei cittadini delle Seychelles e dei residente del Paese.
Il Kuwait ha “annunciato la sospensione di tutto il traffico aereo da e per l’Iran, l’Italia, la Corea del Sud e la Thailandia”.
Sempre sul sito del Ministero si legge che le autorità della Romania stanno adottando misure di controllo e quarantena domiciliare di 14 giorni per i viaggiatori provenienti dalle località colpite dal Coronavirus. In particolare, all’arrivo in Romania, tutti i “viaggiatori asintomatici delle aree maggiormente interessate, rispettivamente la provincia cinese dell’Hubei e le località italiane oggetto di specifica ordinanza della Lombardia e del Veneto, saranno collocati direttamente in quarantena, per un periodo per 14 giorni.
Ai viaggiatori provenienti da altre località delle regioni Lombardia e Veneto sarà richiesto un isolamento volontario domiciliare per 14 giorni dall’arrivo” nel Paese. L’Ucraina, invece, ha deciso di aumentare i controlli per i passeggeri. In particolare “le autorità sanitarie ucraine hanno annunciato il controllo della temperatura corporea per tutte le persone provenienti dall’Italia, sia attraverso i confini terrestri, in particolare quello con l’Ungheria, che negli aeroporti internazionali laddove sono state predisposte unità epidemiologiche mobili. Le persone che presentino sintomi della malattia verranno poste in temporaneo isolamento e sotto osservazione per essere eventualmente trasferite nei reparti di infettivologia degli ospedali ucraini specializzati”.
In Moldavia il Premier Ion Chicu ha annunciato l’installazione di un termoscanner presso l’aeroporto di Chisinau per esaminare i passeggeri provenienti dall’Italia, “cui seguirà l’installazione di un secondo scanner adibito a controlli generalizzati”.
Il Brasile ha adottato una procedura di controllo sui voli diretti in arrivo dall’Italia presso l’Aeroporto internazionale di San Paolo, che prevede la salita a bordo di alcuni ispettori dell’agenzia, la formulazione di una serie di domande a fini di sanità pubblica, in particolare all’equipaggio, e la lettura, da parte del personale di bordo ai passeggeri, prima dello sbarco, di un messaggio informativo che richiama misure preventive per evitare la trasmissione della malattia e la necessità di rivolgersi a un medico nel caso in cui si registrino sintomi quali febbre, tosse o difficoltà respiratori”.
La Polonia invece raccomanda, “per chi rientra dalle Regioni del Nord Italia” di adottare misure di auto-monitoraggio. In Lettonia, le autorità locali richiedono ai passeggeri in arrivo su voli provenienti da Milano, Bergamo, Venezia e Verona la compilazione, in aeroporto, di un modulo rilasciato dal Centro di Prevenzione e di Controllo delle Malattie locale, in cui indicare la Regione di provenienza, i luoghi in cui ci si è recati di recente nonché la prevista durata e il luogo di soggiorno” nel Paese.
Controlli per chi proviene dall’Italia anche in Egitto, e Montenegro. Scorrendo l’elenco, che viene aggiornato in tempo reale, emerge che la Bulgaria richiede “a tutti i passeggeri provenienti dall’Italia la compilazione di un questionario, in presenza di un ispettore sanitario, dichiarando le proprie generalità e se si avvertono dei sintomi. In caso di febbre alta o tosse, verificatesi successivamente all’ingresso nel Paese, si dovrà contattare un medico di base. Le autorità locali raccomandano di non recarsi direttamente all’ospedale senza aver prima preso contatto con il medico. Per tutti i passeggeri in arrivo in Bulgaria che presentassero temperatura corporea superiore ai 37 gradi è prevista una consultazione nella struttura sanitaria specializzata istituita in Aeroporto. La compagnia Air Bulgaria ha comunicato la cancellazione dei voli da e per Milano fino al 27 marzo”.
E ancora il Ministero della Salute di Samoa ha stabilito che i viaggiatori provenienti (o in transito) dall’Italia saranno ammessi nel Paese solo se abbiano trascorso 14 giorni di quarantena in un Paese in cui non siano occorsi casi di coronavirus e posseggano certificazione medica (non più vecchia di 3 giorni) che escluda il contagio. Questi provvedimenti si aggiungono a quelli emanati nei giorni scorsi in particolare dalla Croazia (controlli all’ingresso), dalle Mauritius (che ha interdetto l’accesso a chi proviene dalla Lombardia, dal Veneto e dall’Emilia Romagna), dalla Slovacchia (controlli all’ingresso) e il Turkmenistan (restrizioni all’ingresso per chi proviene dall’Italia)

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