Patatine del McDonald's? Ecco cosa c'è dentro

Sono come una droga e non fanno bene alla salute: conterrebbero ben 19 ingredienti, come oli vegetali vari e aromatizzanti.

Patatine del McDonald's? Ecco cosa c'è dentro
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23 Gennaio 2015 - 12.14


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Una tira l’altra, come le ciliegie: le patatine del McDonald’s sono come una piccola droga. Più ne mangi e più ne vuoi mangiare. Ma come mai sono così buone al palato? Il segreto dovrebbe essere negli ingredienti. Ed è per questo che il conduttore tv Grant Imahara ha realizzato un reportage per la trasmissione Usa MythBusters (“Miti da sfatare”), provando a scoprire cosa potessero contenere le patatine del McDonald’s.

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Il presentatore si è recato in uno stabilimento in Idaho per seguire la preparazione delle patatine che poi arrivano nei vari negozi. Qui ha constatato che le patetine del Mc conterrebbero ben 19 ingredienti, come oli vegetali vari e aromatizzanti. Ci sono colza, soia, soia idrogenata e poi sapore di manzo (non sono vegetariane), grano idrolizzato, latte idrolizzato, acido citrico e polidimetilsilossano, una sostanza (della ‘famiglia’ del silicone) che serve per proteggere le patatine dalle alte temperature. Non solo patate, quindi.

‘Le nostre patatine provengono da patate intere; utilizziamo principalmente varietà di patate a pasta bianca, che hanno la consistenza ottimale per poi essere fritte e sono caratterizzate da tuberi allungati, perfetti per assumere la forma a bastoncino”’, replica in una nota McDonald’s Italia.

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Nella nota si legge anche: ‘In aggiunta, la ricetta prevede destrosio, ovvero zucchero, e difosfato disodico, uno stabilizzante che ha semplicemente il compito di evitare che le patate si scuriscano. Durante la lavorazione le patate vengono pre-fritte in un olio vegetale non idrogenato formato da olio di girasole e olio di colza al quale viene aggiunto un antischiumante e poi surgelate’. ‘Le patate arrivano così nei nostri ristoranti già tagliate e surgelate in comodi sacchetti, pronte per essere fritte in olio vegetale. L’olio, formato da oli non idrogenati di girasole e di colza, viene costantemente ripulito da eventuali residui e filtrato ogni giorno. Un sistema computerizzato consente di monitorarne la qualità e verificarne il grado di usura in modo da cambiarlo tutte le volte che un apposito strumento elettronico chiamato testo, che rileva la presenza di sostanze polari, ce ne segnala la necessità. Ogni volta che lo cambiamo, lo facciamo totalmente’, aggiunge la nota.

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