La sonda New Horizons risvegliata dalla musica

La sonda della Nasa sta per raggiungere la sua destinazione: Plutone. Svegliata dall'ibernazione dalle note della canzone Where My Heart Will Take Me.

La sonda New Horizons risvegliata dalla musica
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7 Dicembre 2014 - 12.08


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È stata risvegliata dall’ibernazione a suon di musica la sonda New Horizons della Nasa, che si prepara a incontrare nel 2015 il pianeta nano Plutone. In viaggio da nove anni, la sonda è stata svegliata sulle note del tenore inglese Russell Watson, che per l’occasione ha registrato una versione speciale di ‘Where My Heart Will Take Me’.

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Il risveglio ha messo di nuovo in moto la sonda, che è rientrata in piena attività dopo quattro ore e 26 minuti. New Horizon attualmente si trova a poco più di 260 milioni di chilometri da Plutone e incontrerà il pianeta il 14 luglio 2015. Da metà maggio però inizieranno ad arrivare al centro di controllo della Nasa, in Australia, le prime immagini dai confini del Sistema Solare.

Lanciata il 19 gennaio 2006, New Horizon ha percorso finora circa 4,8 miliardi di chilometri, trascorrendo 1.873 giorni (circa un terzo del suo tempo di volo) in ibernazione. Complessivamente è stata ibernata 18 volte, con periodi variabili da 36 a 202 giorni. Il letargo, ha spiegato la Nasa, è necessario in questi lunghi viaggi nello spazio per salvare dall’usura le apparecchiature e ridurre il rischio di errori di sistema. La sonda trasporta sette strumenti, tra cui una fotocamera telescopica ad alta risoluzione, uno spettrometro per lo studio dei gas e un esperimento a onde radio per studiare l’atmosfera di Plutone.

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«Il risveglio è un evento spartiacque, che segna per New Horizons la fine dell’attraversamento di un vasto oceano di spazio e l’inizio del primo obiettivo della missione: l’esplorazione di Plutone e delle sue lune», ha detto il responsabile della missione Alan Stern, del Southwest Research Institute, a Boulder. Dopo la visita a Platone, New Horizons continuerà il suo viaggio verso la cintura di Kuiper, la regione esterna all’orbita dei pianeti maggiori, considerata la culla degli asteroidi e delle comete. Una vera e propria frontiera del Sistema Solare, quasi del tutti sconosciuta, che la sonda della Nasa dovrebbe esplorare dal 2016 al 2020.

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