Le stragi di Gaza non smuovono Giorgia Meloni: l'Italia vota contro la revisione dei rapporti Ue con Israele

L’Unione Europea ha finalmente deciso di rivedere il proprio accordo di associazione con Israele, in seguito alle gravi e documentate violazioni dei diritti umani commesse nella Striscia di Gaza durante l’operazione militare condotta dal governo Netanyahu.

Le stragi di Gaza non smuovono Giorgia Meloni: l'Italia vota contro la revisione dei rapporti Ue con Israele
Netanyahu e Giorgia Meloni
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21 Maggio 2025 - 13.14


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L’Unione Europea ha finalmente deciso di rivedere il proprio accordo di associazione con Israele, in seguito alle gravi e documentate violazioni dei diritti umani commesse nella Striscia di Gaza durante l’operazione militare condotta dal governo Netanyahu. A renderlo noto è stata martedì l’Alta rappresentante per la politica estera dell’UE, Kaja Kallas, dopo che la proposta — avanzata dai Paesi Bassi — ha ricevuto un ampio sostegno al Consiglio Affari Esteri.

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La decisione arriva con colpevole ritardo, a quasi quindici mesi dall’appello di Irlanda e Spagna, che avevano chiesto alla Commissione Europea di attivare le clausole previste dall’articolo 2 dell’accordo UE-Israele, il quale vincola esplicitamente le parti al rispetto dei diritti umani e dei principi democratici. Nel frattempo, a Gaza, le forze armate israeliane hanno raso al suolo interi quartieri, colpito infrastrutture civili, ospedali e campi profughi, causando decine di migliaia di morti, tra cui un numero impressionante di bambini. Una tragedia umanitaria che non può più essere ignorata o minimizzata.

Hanno votato a favore della revisione Stati come Irlanda, Spagna, Belgio, Lussemburgo, Slovenia, Portogallo, Malta e la stessa Olanda, promotrice della proposta. Italia e Germania si sono invece opposte, scegliendo di sostenere implicitamente la linea del governo Netanyahu nonostante le evidenze crescenti e i ripetuti allarmi delle organizzazioni umanitarie, da Médecins Sans Frontières a Human Rights Watch. Francia e Svezia si sono astenute, adottando una posizione attendista che in questo contesto appare sempre più insostenibile.

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Cosa prevede ora il processo?
Non si tratta ancora di una sospensione diretta dell’accordo commerciale, ma l’avvio formale di una revisione — con richiesta alla Commissione di valutare il rispetto dei diritti umani da parte di Israele — rappresenta un passaggio politico cruciale. L’analisi dovrà concludersi con un rapporto ufficiale, che potrebbe portare alla sospensione o alla modifica dell’accordo stesso, condizionando gli scambi economici al rispetto di standard minimi di legalità e umanità.

Un atto dovuto, non più rinviabile
In un momento in cui il governo israeliano, guidato da Benjamin Netanyahu, è accusato da più parti di crimini di guerra e utilizzo sistematico della fame come arma di guerra, l’Unione Europea non può più permettersi l’ambiguità. Questa revisione rappresenta un primo passo — tardivo ma necessario — verso l’assunzione di responsabilità politica da parte dell’Europa, che fino a oggi ha spesso chiuso gli occhi di fronte a una delle più gravi emergenze umanitarie del nostro tempo.

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