Caso Scurati, Nicola Piovani: "Episodio volgare, segno di una destra che pensa di poter fare tutto ciò che vuole"

Nicola Piovani: "Una legge elettorale scellerata ha consegnato le chiavi del Paese a un gruppo politico che intende usarle senza sconti. Era prevedibile".

Caso Scurati, Nicola Piovani: "Episodio volgare, segno di una destra che pensa di poter fare tutto ciò che vuole"
Nicola Piovani
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24 Aprile 2024 - 09.51


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Continua a tenere banco il caso della censura sul monologo antifascista dello scrittore premio Strega Antonio Scurati, un provvedimento che ha svelato per l’ennesima volta la faccia del governo Meloni e dei dirigenti Rai espressi dalla destra. Ne ha parlato il compositore Nicola Piovani, intervistato da La Stampa.

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«Una legge elettorale scellerata ha consegnato le chiavi del Paese a un gruppo politico che intende usarle senza sconti. Era prevedibile. E sì che lo schieramento vincente aritmeticamente ha raccolto meno voti dello schieramento avversario. Gli elettori progressisti amano sparpagliarsi, gli elettori di destra amano coalizzarsi». 

«A ventun’anni dovevo mantenermi. Tra i tanti lavori che ho fatto, sono stato impiegato a RadioRai in via Asiago. Ci davano i dischi da mettere. E c’erano i dischi censurati. Nel ’69 e all’inizio degli Anni 70. C’erano i 33 giri, i long playing, e se per caso dentro c’era una canzone censurata l’azienda ci dava dei coltellini da architetto per segnare la traccia in modo che la puntina la saltasse. Erano censurate le canzoni di Mina, di Modugno. `Resta cu´ mme’ era una canzone censurata perché diceva `che m´ `mporta d’o passato ´che m’ `mporta ´e chi t’ha avuto’. E Modugno ne fece una versione edulcorata».

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«Molti progressi si sono fatti. Ma il fatto che in una televisione pubblica non si possano dire liberi pensieri, che si debba usare il bilancino, è asfissiante. Questi ultimi episodi sono particolarmente scoperti, volgari, ma il peccato originale è quello: una legge elettorale che ha portato a un Parlamento in cui chi ha vinto può fare ciò che vuole. Non ci resta che cambiare il prossimo Parlamento».

«Da sempre la destra attacca sui soldi. Fazio, Benigni, Saviano, sono stati additati al pubblico ludibrio per i cachet: è un argomento demagogico per colpire le idee. E’ un raccontino che usano perché sanno che funziona. Semplicemente, non bisogna ascoltare». 

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