Bari, Conte (per ora) chiude le porte a una soluzione unitaria e continua a puntare su Laforgia

Il leader del M5s Giuseppe Conte dice che "non abbiamo motivo per accantonare la candidatura di Michele Laforgia a sindaco di Bari, ma vedremo quello che succederà nelle prossime ore".

Bari, Conte (per ora) chiude le porte a una soluzione unitaria e continua a puntare su Laforgia
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15 Aprile 2024 - 00.32


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Ancora muro contro muro. Il leader del M5s Giuseppe Conte dice che “non abbiamo motivo per accantonare la candidatura di Michele Laforgia a sindaco di Bari, ma vedremo quello che succederà nelle prossime ore”.

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E aggiunge: “Abbiamo una sfida importante per il governo della città. Una sfida che sta diventando anche di risonanza nazionale. Dobbiamo pensare alla comunità barese. E serve un segnale di forte rinnovamento. Lasciamo che siano le forze locali a valutare la situazione. Laforgia non l’abbiamo scelto noi, ma la comunità civica e le componenti sane di Bari. E in questo senso ci ha convinto”.

 Al momento in campo per il ruolo di futuro sindaco, per cui si vota a giugno, ci sono Vito Leccese, vicino ad Antonio Decaro e sostenuto dal Pd; e l’avvocato penalista Michele Laforgia, supportato, tra gli altri, da M5s e Sinistra italiana. 

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Per tentare di rimettere insieme la coalizione in vista delle elezioni dove il centrodestra unito ieri ha schierato il 36enne leghista Fabio Romito, l’ex governatore pugliese Nichi Vendola (Si) ha corteggiato il 78enne Nicola Colaianni, ex professore universitario, magistrato e parlamentare, che sarebbe “orientato ad accettare”. Sul suo nome si stanno confrontando i partiti ma non si vedono grandi segnali di apertura. Conte ha frenato: “non abbiamo ragione per accantonare la candidatura di Michele Laforgia ma vedremo quello che succederà”. 

Poi, aggiunge che l’avvocato è stato scelto “dalla comunità civica e dalle componenti sane di Bari”, città in cui serve “un segnale forte di rinnovamento”. Laforgia e Leccese avrebbero dovuto sfidarsi alle primarie lo scorso 7 aprile ma nei giorni precedenti ci sono stati 130 arresti per voto di scambio politico-mafioso alle elezioni del 2019, tra cui l’ex consigliera comunale di maggioranza Carmen Lorusso e suo marito Giacomo Olivieri; e l’inchiesta che ha portato alle dimissioni dell’assessora regionale di Trasporti, Anita Maurodinoia (ex Pd), indagata per corruzione elettorale con suo marito che è stato arrestato. 

Da qui la decisione del M5s di sfilarsi dalla competizione per il rischio che la consultazione potesse essere inquinata.

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