Europee, Malpezzi (Pd) su Marco Tarquinio: "Le candidature dovrebbero rispecchiare i valori del partito..."

Simona Malpezzi (Pd) sulla possibile candidatura di Marco Tarquinio: "Io appartengo alla vecchia scuola: chi si candida deve rispecchiare la linea del partito che se eletto rappresenterebbe".

Europee, Malpezzi (Pd) su Marco Tarquinio: "Le candidature dovrebbero rispecchiare i valori del partito..."
Simona Malpezzi
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29 Marzo 2024 - 09.28


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Simona Malpezzi, senatrice del Pd, in un’intervista al Corriere della Sera ha parlato delle prossime elezioni Europee

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«le preoccupazioni sono quelle emerse durante la segreteria e che abbiamo ribadito. È giusto che si continui con un confronto costruttivo per arrivare ad avere le liste il più competitive possibile. Dovranno tenere insieme la giusta apertura al civismo con la valorizzazione di chi ha già lavorato in Europa, anche con ruoli di rilievo. E chi ha maturato competenza sui territori deve avere spazio».

«Obiettiamo all’ipotesi che tutti i capilista siano esterni. Anche per l’immagine di un Pd che ha personalità appartenenti alla sua storia, in grado di guidare le liste. Si rischia di sminuire il valore della nostra classe dirigente. Io ritengo che il presidente del partito, così come la segretaria, se si candidano, debbano guidare la lista». 

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Tra le possibili candidature anche quella del giornalista Marco Tarquinio, per anni alla guida di Avvenire e molto vicino alle posizioni del Family Day. «Più che un problema di minoranza il tema è riconoscere le storie di ciascuno. La legge elettorale per le Europee in Italia è diversa rispetto agli altri Paesi che non prevedono preferenze e vedono gli uscenti valorizzati. È necessario: per lavorare nei gruppi serve anche l’esperienza. Io appartengo alla vecchia scuola: chi si candida deve rispecchiare la linea del partito che se eletto rappresenterebbe»

«La presenza di una capolista, espressione della società civile, e della segretaria nella stessa lista, penalizza di certo le donne. Anche per questo, se si candida, per me Schlein deve essere capolista. Obiettiamo all’ipotesi che tutti i capilista siano esterni. Anche per l’immagine di un Pd che ha personalità appartenenti alla sua storia, in grado di guidare le liste. Si rischia di sminuire il valore della nostra classe dirigente».

«Non ho preclusioni nei confronti di candidati della cosiddetta società civile. Certo, possono allargare il bacino di votanti. Ma si allarga se si rappresenta tutti e quindi se si mantiene un equilibrio nelle scelte. Sono convinta che confrontandoci si troverà una soluzione che davvero possa rendere più forte il Pd. Le osservazioni fatte sono costruttive, tese a raggiungere due obiettivi: parlare a tutti e essere riconoscibili».

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