Premierato, Elly Schlein: "E' una riforma voluta da chi pensa che in Russia ci sia la democrazia"

Premierato, Schlein: «Con questa riforma il capo del governo decide della vita del Parlamento. L'efficienza non c'entra nulla. Se oggi la vita degli italiani non è migliorata non è colpa della Costituzione, ma della incapacità di questo governo». 

Premierato, Elly Schlein: "E' una riforma voluta da chi pensa che in Russia ci sia la democrazia"
Elly Schlein
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19 Marzo 2024 - 14.02


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Elly Schlein, nel corso di una conferenza al Senato, è tornata a contestare la riforma del cosiddetto premierato, proposta dalla maggioranza di destra.

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«La democrazia non è la libertà di andare a votare ogni cinque anni ed acclamare un capo. Non mi stupisce che sia la riforma di un governo in cui un ministro dice che le elezioni russe siano state libere e democratiche. Non è questa la democrazia».  

«Io non sono mai stata una fan delle larghe intese; anzi il mio percorso è nato in opposizione alle larghe intese, ma nulla mi convince che il bene sia andare verso una concentrazione del potere. Anche in Russia non c’è governo tecnico ma non sono elezioni libere e democratiche».

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«L’Italia ha già sperimentato la concentrazione del potere in mano di uno solo, e non è andata bene».

«Con questa riforma il capo del governo decide della vita del Parlamento. L’efficienza non c’entra nulla. Se oggi la vita degli italiani non è migliorata non è colpa della Costituzione, ma della incapacità di questo governo». 

«La democrazia non è dire, “se non vi sta bene, fra cinque anni non mi votate più”. Con un Parlamento che fa il suo lavoro, i cittadini possono far cambiare idea ai parlamentari e i parlamentari possono fare cambiare idea al governo”.

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«Noi abbiamo portato proposte alternative concrete», ha detto Schlein ricordando gli emendamenti del Pd, come la sfiducia costruttiva. C’è una strada che abbiamo proposto. Meloni dice che è una riforma per dare più potere ai cittadini. Se davvero vogliamo dare potere ai cittadini cambiamo la legge elettorale, in modo che i cittadini possano eleggere i propri parlamentari, anziché sperare ogni cinque anni di beccare il capo giusto. Studiamo insieme un rafforzamento degli istituti di democrazia diretta, come il referendum». 

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