Calenda contro tutti: "Stampa, Confindustria, sindacati: sono tutti morti"

Calenda: "In una democrazia sana, stampa, Confindustria, sindacati etc abbiano una voce forte. Purtroppo questi poteri che in Italia riteniamo essere potenti burattinai, sono invece sostanzialmente deceduti".

Calenda contro tutti: "Stampa, Confindustria, sindacati: sono tutti morti"
Carlo Calenda
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28 Settembre 2023 - 09.28


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Carlo Calenda, leader di Azione, in un lungo post sui social ha criticato il governo Meloni ma non solo.. «Sono un convinto sostenitore della necessità che, in una democrazia sana, stampa, Confindustria, sindacati etc abbiano una voce forte. Purtroppo questi poteri che in Italia riteniamo essere potenti burattinai, sono invece sostanzialmente deceduti».

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«Confindustria ha un Presidente senza industria e senza laurea (poco male, non fosse che se l’è inventata) che pretende un posto di lavoro nell’Università di Confindustria. Ascoltate una sua prolusione. Sentirete un concentrato di retorica sui valori e l’etica dell’impresa. Non c’è un singolo grande imprenditore che si sia sentito in dovere di dire una parola su questo sconcio. Quando c’è da criticare la politica fanno a gara ma quando il comportamento riguarda uno di loro si serrano le fila del corporativismo».

Il leader di Azione passa poi al segretario della Cgil, Maurizio Landini, che «cerca un posto in politica, probabilmente alla europee, come tutti i suoi predecessori. Ha bisogno del sostegno di Repubblica che è degli Elkann. Combatteva senza tregua Marchionne quando gli investimenti crescevano (e la Repubblica era indipendente) rimane sostanzialmente in silenzio mentre la Fiat lascia l’Italia. Promuove un referendum contro il job act mentre licenzia il suo portavoce usando il job act. Ma va tutto bene!».

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Infine Calenda attacca i giornali che «hanno pochi lettori e, salvo alcune eccezioni, devono radicalizzarsi per tenere, se non il pubblico, almeno le tifoserie. Dunque si dividono in `Destra fascista´; `Sinistra amica dei Gay´. Sì, più o meno questo è il livello. Una democrazia pluralistica regge se reggono tutti gli elementi che la compongono. E non reggono più. è una sfida che chiama in causa politici, cittadini, imprenditori, sindacalisti, giornalisti. L’idea del `paese fai da te´, dove ognuno si salva per conto suo, non regge più», conclude.

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