Stipendi d'oro, Fassino non cambia idea: "Non sono pentito, il mio è un discorso di verità contro il populismo"

Piero Fassino torna sulla polemica che lo ha travolto. «Se ho chiarito con Elly Schlein? Non ce n'era bisogno, non ne abbiamo parlato. Io ho detto fin da subito che avrei parlato a titolo personale e non a nome del gruppo». 

Stipendi d'oro, Fassino non cambia idea: "Non sono pentito, il mio è un discorso di verità contro il populismo"
Piero Fassino
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4 Agosto 2023 - 12.21


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Piero Fassino torna sulla polemica che lo ha travolto in questi giorni, sui social e all’interno del Pd, dopo la sua uscita alla Camera in cui sosteneva che i parlamentari non percepiscano uno “stipendio d’oro”. In un’intervista a La Stampa e a Qn, l’ex segretario dem ha ribadito quanto sostenuto a Montecitorio.

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«Ho fatto un discorso di verità, non ho detto nulla di eretico. Ho solo ricordato che l’indennità che percepisce un deputato è di 4.700 euro, e non è di 10mila o 12mila come spesso si favoleggia. Se sono pentito? No. Io non ho mica detto che quella indennità debba essere cambiata o aumentata. La ritengo adeguata, non mi sono lamentato».

La segretaria Schlein ha preso le distanze. Vi siete chiariti? «Non ce n’era bisogno, non ne abbiamo parlato. Io ho detto fin da subito che avrei parlato a titolo personale e non a nome del gruppo». 

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«Non sono abituato a recriminazioni. Forse c’è stata in me l’ingenuità di credere che si potesse ragionare di questi temi in modo razionale e pacato e invece, come si è visto, non è possibile. E’ stato un intervento di assoluta trasparenza, un atto di chiarezza rispetto alla disinformazione e al populismo che ormai da anni caratterizza il dibattito su questi temi».

«Anche la democrazia ha dei costi, tra questi il funzionamento del Parlamento. La vulgata secondo cui il parlamentare intasca ora dieci, ora dodici, ora quindicimila euro mensili netti è una falsità. E quel cedolino mostrato in Aula non è stato brandito per protesta, come molta stampa ha scritto, ma per mostrare le cifre esatte. Ma mi lasci dire che, inseguendo il populismo, si sono ridotti i parlamentari, si è abolito il finanziamento pubblico dei partiti, si sono tagliati indennità e vitalizi e quale risultato abbiamo conseguito? Abbiamo reso la politica più fragile e meno in grado di dare risposte ai problemi».

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