Lollobrigida in panne: dopo aver evocato la sostituzione etnica ora condanna il termine sostituzione etnica

Sostituzione etnica, Francesco Lollobrigida si rimangia la vergognosa uscita ma la toppa è peggio del buco: «L'ultima volta che ho sentito parlare di suprematismo bianco stavo guardando i Blues Brothers».

Lollobrigida in panne: dopo aver evocato la sostituzione etnica ora condanna il termine sostituzione etnica
Francesco Lollobrigida
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20 Aprile 2023 - 09.52


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Il ministro dell’Agricoltura e della Sovranità alimentare, Francesco Lollobrigida, si difende in maniera goffa e imbarazzante dalle accuse per le sue altrettanto imbarazzanti dichiarazioni a proposito della fantomatica sostituzione etnica.

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«Chi abbia voglia di farlo e non di creare il caos, può ascoltare almeno la parte del mio intervento che riguardava l’immigrazione. Nelle mie parole non c’era alcun riferimento a visioni ben lontane dalla mia formazione».

 «Stavo parlando in positivo di immigrazione legale, il cui primo nemico è quella parola illegale. Un concetto chiaro, per dire che l’indirizzo del governo è prendere atto di un drammatico decremento della natalità, che fa prevedere nei prossimi anni un abbattimento drammatico della nostra popolazione». 

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«La mia locuzione voleva indicare un’alternativa. C’è chi pensa che, se facciamo meno figli, la strada sia avere un maggior numero di immigrati. A nostro avviso invece la prima scelta è costruire un sistema di welfare che crei le condizioni per chi vuole mettere al mondo i figli». 

«Nella mia vita ho preso distanze siderali da chi immagina complotti internazionali, e altre follie di questa natura. E ricordo alcuni esempi clamorosi di sostituzione, perpetrati dal fascismo in Alto Adige, da Stalin con la russificazione dell’Ucraina o da Putin in alcune aree del Donbass». 

«L’aver preso distanza da qualsiasi forma di razzismo ci permette di affrontare con serenità polemiche strumentali di avversari che ricorrono alla macchina del fango per coprire gli errori compiuti nei loro anni di governo».

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 «Io in Aula ho detto che quando uno indossa la maglia della nazionale vedo solo l’azzurro e non il colore della pelle. Definire gli italiani per il colore della pelle è un errore e chi non capisce la differenza tra etnia e razza è un folle. Io rispetto la musica o i piatti etnici a prescindere dal colore della pelle di chi suona o cucina».

«L’ultima volta che ho sentito parlare di suprematismo bianco stavo guardando i Blues Brothers, uno dei miei film preferiti. E non ero dalla parte dei nazisti dell’Illinois. Non voglio nemmeno commentare insulti e aggressioni verbali. Ma ho dato mandato ai miei legali di querelare chi mi ha rivolto offese gravi, dandomi dell’hitleriano o paragonandomi a criminali nazisti»

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