Schlein su Lollobrigida: "Parla di sostituzione etnica, linguaggio da suprematismo bianco"

Lo ha detto segretaria del Pd, Elly Schlein, durante la manifestazione organizzata a Roma da alcune associazioni contro il dl Cutro. Il riferimento è alle parole del ministro dell'Agricoltura, Francesco Lollobrigida

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18 Aprile 2023 - 19.48


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Non uno scivolone, ma una linea politica molto decisa: «Questo è il momento in cui dobbiamo capire da che parte vogliamo stare della Storia. E noi sappiamo da che parte non vogliamo stare: dalla parte di un ministro che parla di sostituzione etnica, che è un linguaggio da suprematismo bianco, e non vogliamo stare dalla parte di un governo che anche di fronte alle tragedia costanti del Mediterraneo continua a voltare la testa dall’altra parte e a spingere sull’esternalizzazione delle frontiere. Vogliamo dire basta a questa guerra che fanno contro le ong: è fumo negli occhi per coprire la mancanza di una missione istituzionale di ricerca e soccorso in mare che servirebbe, una Mare Nostrum europea che però non hanno il coraggio di chiedere in Europa»

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 Lo ha detto la segretaria del Pd, Elly Schlein, durante la manifestazione organizzata a Roma da alcune associazioni contro il dl Cutro. Il riferimento è alle parole del ministro dell’Agricoltura, Francesco Lollobrigida, questa mattina al congresso della Cisal.

«Le parole del ministro Lollobrigida sono disgustose, inaccettabili da parte di chi ricopre il ruolo di ministro, sono parole che ci riportano agli anni ’30 del secolo scorso», ha detto tra l’altro Schlein. 

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«Mi auguro che Giorgia Meloni prenda le distanze con forza da queste parole dette, peraltro, nel giorno in cui il presidente Mattarella è in visita ad Auschwitz». 

«Nel giorno – ha aggiunto – in cui ci stiamo opponendo al passaggio di questo disumano decreto Cutro. Un nome che fa impressione perché ricorda la strage e che negli ultimi giorni si è arricchito di norme che vogliono smantellare l’accoglienza diffusa. Noi continueremo ad opporci, ringrazio i parlamentari delle opposizioni che hanno lavorato affinché il provvedimento non arrivi in aula con il relatore. Non si può continuare a parlare di emergenza in maniera strumentale di fronte a un fenomeno che è strutturale».

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