Thatcher, breve storia della Lady di Ferro
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Thatcher, breve storia della Lady di Ferro

Trent'anni di carriera politica per una delle figure più importanti della storia europea dello scorso secolo. [Francesca Marretta]

Thatcher, breve storia della Lady di Ferro
Margaret Thatcher
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8 Aprile 2024 - 02.31


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Francesca Marretta

Margaret Thatcher, la Lady di Ferro, classe 1925, se n’è andata questo lunedì mattina di fredda primavera nel letto del Ritz, colpita da un ictus fatale. La prima donna Premier della Gran Bretagna aveva già avuto ictus in passato e da diversi anni soffriva di demenza senile. Alla notizia della morte della Baronessa Thatcher, l’attuale Premier conservatore, David Cameron è rientrato da Madrid, dove era da poco arrivato per un giro di incontri politici in tre capitali europee. Nel ricordare Thatcher, Cameron l’ha definita: “Salvatrice del paese”.

Non solo estimatori, ma anche nemici storici come il leader dello Sinn Fein Gerry Adams hanno reso omaggio oggi alla Thatcher, ricordata come figura controversa e grande statista.

Amata o odiata, Margaret Thatcher è stata uno dei personaggi politici più influenti del secolo scorso. Resta una leader mai sconfitta, come non ha mai mancato di sottolineare lei stessa sia ai suoi colleghi del partito conservatore che la spinsero a passare la mano nel 1990 (“Non dimenticherò, né perdonerò” disse), che ai suoi oppositori politici.

La carriera politica della futura Lady di Ferro inizia nel 1950, quando Margaret Roberts corre per la prima volta per un seggio in Parlamento, ma non ce la fa. All’epoca Maggie è una ragazza “working class” (il padre aveva un negozio di generi alimentari). Proletaria ed esponente del partito Conservatore: due variabili che mai avrebbero lasciato intendere che un giorno Margaret sarebbe diventata prima donna leader di partito e Premier.

Nel 1951 Maggie diventa la signora Thatcher sposando Denis, imprenditore e padre dei suoi due figli, che vivrà nella sua ombra fino alla morte nel 2003.

Laureata in chimica a Oxford, la Thatcher entra in Parlamento nel 1959. Successivamente si specializza in legge. Nel 1970 diventa ministro dell’Istruzione. I tagli alla distribuzione gratuita di latte nelle scuole agli alunni tra tra i sette e gli undici anni le vale il soprannome di “Thatcher the milk snatcher”. Un errore di cui si rende conto.

Nel 1975, quando il suo partito è all’opposizione, diventa leader dei Conservatori. Nel discorso che inaugura il nuovo corso cita San Francesco d’Assisi: “Dove c’è discordia porteremo armonia”. Non sarebbe andata esattamente così negli anni della sua leadership.

La Lady di Ferro (nome attribuitole dalla stampa sovietica del tempo) approda a Downing Street nel 1979 e apre la stagione delle privatizzazioni che da una parte avrebbero spaccato il paese, dall’altra reso proprietari gli inquilini delle case popolari e azionisti cittadini cui erano state vendute le azioni delle aziende di Stato.

Nonostante la frattura sociale causata dalle politiche thatcheriane, Maggie andò avanti convinta che il nemico pubblico numero uno fosse l’inflazione. La sua idea è generare politiche in grado di cambiare radicalmente l’economia britannica e fare di Londra un centro strategico della finanza internazionale. Ci sarebbe riuscita, ma fronteggiando un diffuso malcontento non solo tra gli oppositori, ma nel suo stesso partito. All’inizio degli anni ’80 il tasso di popolarità della Thatcher è bassissimo. L’evento che cambia la tendenza e la storia politica della Lady di Ferro è la gestione guerra della Falkland/Malvinas, conclusasi con la sconfitta dei generali argentini. E’ il trionfo di Maggie, vista come una leader in grado di ridare dignità a una nazione. Nel 1983 il partito conservatore rivince alla grande le elezioni, ma a quel voto sarebbe seguito uno dei momenti più drammatici della storia del paese: la lotta dei minatori che si oppongono alla chiusura dei siti di estrazione.

Erano gli anni bui delle “Troubles” in Nord Irlanda, un conflitto che secondo alcuni avrebbe potuto avere un corso diverso se la Lady di Ferro fosse stata più morbida. Nel 1994 la Thatcher sopravvive miracolosamente a un attentato dell’Ira. Si salva da una potente esplosione che colpisce l’Hotel di Brighton in cui si trova.

Il suo principale alleato a livello internazionale è Ronald Reagan ed è amica anche del Generale Augusto Pinochet.

La misura politica più impopolare che Thatcher introduce è la poll-tax, tassa sui servizi che colpisce ogni tasca, e che danneggia dunque le classi meno agiate.

A costringerla alle dimissioni sarà la sua vocale opposizione all’impalcatura istituzionale europea auspicata da Delors. Troppo tempo al potere la rende insensibile ai cambiamenti d’umore nel partito e nel paese. Maggie è sola. La leadership Tory l’abbandona. Rendendosi conto di una inevitabile sconfitta al congresso, decide di ritirarsi. Quando lascia Downing Street nel ’90 non ce la fa a trattenere le lacrime. E’ forse il solo momento della vita pubblica in Maggie non appare di Ferro. Quando Tony Blair diventerà leader laburista Thatcher gli esprimerà in alcune occasioni ammirazione (più di quanto abbia fatto per Cameron).

Margareth Thatcher avrà un funerale solenne con tutti gli onori militari a St. Paul Cathedral.

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