Anastasio spiega la citazione di Mussolini: "Era solo una provocazione..."

Claudio Anastasio prova a spiegare la citazione di Mussolini: "Potevo giustificare essere stato hackerato come hanno fatto altri esponenti politici prima di me, invece mi sono assunto le mie uniche responsabilità".

Anastasio spiega la citazione di Mussolini: "Era solo una provocazione..."
Claudio Anastasio
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16 Marzo 2023 - 14.46


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Claudio Anastasio, il manager che ha citato il discorso di Mussolini sull’omicidio di Matteotti in una mail aziendale, e che si è dimesso dopo esser stato scoperto, ha provato a spiegare le sue ‘ragioni’. “Il mio errore pubblico in email privata è gravissimo e non giustificabile. Giuste e doverose le mie immediate e irrevocabili dimissioni nel solo interesse di gestione della cosa pubblica e del Governo pro-tempore”.

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“Potevo giustificare essere stato hackerato come hanno fatto altri esponenti politici prima di me (non vero, proteggo i miei account di posta elettronica a massimo fattore come volevo così proteggere le connessioni di tutti i cittadini), potevo supportare la giustificazione che il testo è stato scritto da un’intelligenza artificiale (anche questo non vero, ma verosimile, e si apre un tema etico sulle evoluzioni dell’intelligenza artificiale), invece mi sono assunto le mie uniche responsabilità in merito e mi sono dimesso all’istante, riconoscendo una grave mia unica scivolata di contesto: storico, politico, pensando che la ‘provocazione’ e citazione tanto di uno quanto di altri tutti non era fioriera di essere così appeso a testa in giù sui social perché fa tendenza e like”. 

“Si pubblichino anche tutte le mie altre email intercorse sulla gara pubblica di Inps di 1 miliardo di euro, ma che io non fornisco, poiché ho il senso istituzionale di riservatezza ai sensi dell’art. 15 della nostra Carta costituzionale della Repubblica italiana, il cui dileggio nei miei confronti è sfuggito a taluni in seno ai componenti del CdA della 3-I S.p.A. di Stato. Chiedo scusa – conclude il manager – agli italiani e al Governo di essere stato artefice di una comunicazione così riservata, se pur in senso provocatorio, per stimolare migliore riflessione su una gara pubblica di Inps da 1 miliardo di euro”. 

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