Bettini (Pd): "L'assalto di M5s e Terzo Polo è fallito, ma il quadro a sinistra è drammatico"

Elezioni regionali, Bettini (Pd): "Quadro drammatico. In primo luogo, perché l'astensione è ormai arrivata a un punto critico, in secondo luogo, perché ha vinto la destra".

Bettini (Pd): "L'assalto di M5s e Terzo Polo è fallito, ma il quadro a sinistra è drammatico"
Goffredo Bettini
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14 Febbraio 2023 - 14.12


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Goffredo Bettini, dirigente nazionale del Pd, ha commentato la sconfitta alle elezioni regionali, in diretta a La7, leggendo la debacle dal punto di vista della cosiddetta Opa fallita dal M5s e dal Terzo Polo. Forse, non il modo migliore per poter costruire una nuova piattaforma di sinistra.

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«Se è fallito il doppio assalto al Pd da parte del M5s e del Terzo Polo? Sì, mi riconosco in questa lettura, che naturalmente è solo una delle letture sul voto delle regionali. C’è stata un’offensiva violentissima nei confronti del Pd da parte della destra e poi una concorrenza, fino addirittura ad una ruvidezza, da parte del M5S e del Terzo Polo. Noi abbiamo resistito e ciò dimostra che la nostra comunità politica, nonostante le difficoltà, è radicata nella società italiana e bisognerebbe finalmente che gli altri decidessero di farci i conti in modo serio».

«Il risultato del Pd, che è di tenuta e che può suscitare anche un orgoglio di partito legittimo, sta però dentro un quadro drammatico. In primo luogo, perché l’astensione è ormai arrivata a un punto critico persino per la tenuta democratica della Repubblica. In secondo luogo, perché ha vinto la destra, nonostante al governo in queste settimane abbia fatto degli atti abbastanza gravi».

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«La destra si è dimostrata un’accozzaglia. Se le dichiarazioni di Berlusconi sull’Ucraina le avesse fatte uno dei partiti della coalizione di centrosinistra (quando eravamo in coalizione), avrebbero sicuramente determinato una crisi. E poi, nonostante la stessa figura fatta in Europa e il fallimento su tutte le promesse non mantenute della campagna elettorale, la destra mantiene un insediamento di italiani, seppure di minoranza perché anche la destra sconta l’astensionismo e non ha la maggioranza dei consensi. Possiamo essere orgogliosi della tenuta, ed è giusto esserlo, ma ora occorre concentrarci sul nostro programma, e ricominciare a ragionare sull’Italia e a combattere in Parlamento sulle questioni fondamentali (come abbiamo fatto in queste settimane e questo ha aiutato il voto al Pd).

«Dobbiamo sapere che questo è un lavoro di lunga lena, che deve essere accompagnato non da uno spirito settario ma da uno aperto. Non possiamo andare alle elezioni solo dicendo: votate il Pd. Dobbiamo farlo, indicando una prospettiva politica per il Paese. Il Pci, il partito della mia gioventù, quando c’era il mondo diviso in due e sicuramente ci sarebbe stata un’esclusione dei comunisti dal governo, è andato alle elezioni sempre con una proposta di governo. Noi, oggi, paghiamo anche questo».

«I 5Stelle e il Terzo Polo lo pagano ancora di più. Se le forze democratiche – tutte assieme – non danno una prospettiva credibile al Paese, perdiamo tutti. E, invece di beccarci uno con l’altro, tentiamo di ridare fiducia a quella parte di astensionismo che è disposto a fare una battaglia democratica, a combattere per certi valori, contro le disuguaglianze. È inutile beccarsi con il settarismo».

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