Valditara insiste: "Bisogna pagare di più i professori che lavorano in alcune regioni"

Valditara insiste sulla differenziazione degli stipendi tra professori: «Una richiesta delle regioni è quella di consentire una maggiore equità laddove il costo della vita sia molto più alto».  

Valditara insiste: "Bisogna pagare di più i professori che lavorano in alcune regioni"
Giuseppe Valditara
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7 Febbraio 2023 - 09.30


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Giuseppe Valditara, ministro dell’Istruzione, insiste sulle differenziazioni di stipendi tra i professori italiani, un provvedimento che spaccherebbe ancor di più un Paese già alle prese con una profonda crisi salariale e lavorativa. Invece di adeguare tutti gli stipendi al costo della vita, la proposta di Valditara va in direzione opposta. 

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«Il contratto nazionale non si tocca, non ho mai sentito qualche regione che voglia mettere in discussione il contratto nazionale. Semmai una richiesta delle regioni è quella di consentire una maggiore equità laddove il costo della vita sia molto più alto».  

Il ministro, in una lettera al Messaggero, sottolinea «come il costo della vita sia molto più alto rispetto alla media nazionale non solo a Milano, ma anche a Roma. E che anche a causa del costo della vita più alto registriamo molte domande di trasferimento non solo dalla Lombardia, ma anche dal Lazio con evidenti problemi di continuità didattica per gli studenti e dunque di qualità del servizio».

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«Questa è la vera sfida: capire come fare per far sì che il lavoratore che si trova ad avere un costo della vita più alto in un determinato territorio (ovunque si trovi: al Nord, al Centro, al Sud, questo è poco rilevante) non vada ad avere uno stipendio che nei fatti è molto più basso». «Si tratta pertanto – osserva – di una questione di equità che non necessita della autonomia, dal momento che già oggi si può affrontare con la contrattazione integrativa prevista proprio nei contratti nazionali».

Il ministro definisce anche «infondata» la preoccupazione di «programmi spezzatino» con l’Autonomia: «le indicazioni nazionali, e dunque i programmi, sono considerate dalla giurisprudenza costituzionale come norme generali sull’istruzione, quindi riservate alla competenza esclusiva dello Stato», inoltre rientrano nei «livelli essenziali delle prestazioni (lep), di competenza statuale».

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