Cafiero De Raho accusa Donzelli: "Fatto gravissimo e senza precedenti"

Cafiero De Raho: «Come giudico le affermazioni di Donzelli? Gravissime: accusare parlamentari dello schieramento avverso di collusioni o contiguità con il terrorismo o la mafia, solo per aver fatto visita a un detenuto, è un fatto gravissimo».

Cafiero De Raho accusa Donzelli: "Fatto gravissimo e senza precedenti"
Federico Cafiero De Raho
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1 Febbraio 2023 - 11.15


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«Donzelli ha scagliato contro i parlamentari del Pd alcune informazioni provenienti dal carcere in cui Cospito parlava contro il 41-bis con un mafioso. Ignoro quale sia la fonte. Suppongo che provengano da una delle informative che gli istituti di pena mandano al Dap, il Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria del ministero della Giustizia, al procuratore nazionale antimafia-antiterrorismo e al procuratore distrettuale competente per territorio. Sono note riservatissime, che non possono essere diffuse. Dunque la rivelazione è una violazione di una gravità assoluta».

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Le parole dell’ex procuratore nazionale antimafia Federico Cafiero De Raho, rilasciate in un’intervista a Il Fatto Quotidiano, inchiodano alle proprie responsabilità l’esponente di Fratelli D’Italia Giovanni Donzelli.

«Come giudico le affermazioni di Donzelli? Gravissime: accusare parlamentari dello schieramento avverso di collusioni o contiguità con il terrorismo o la mafia, solo per aver fatto visita a un detenuto, è un fatto gravissimo. Non credo che ci siano precedenti – precisa l’ex procuratore – È violare l’essenza stessa della democrazia, perché è un diritto e un dovere dei parlamentari verificare le condizioni di salute dei detenuti».

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Per De Raho il 41bis «è uno strumento straordinario, utilizzato fino al 1991 nei confronti di detenuti terroristi per mantenere la sicurezza dentro le carceri, e dal 1991-92 usato soprattutto per contrastare le organizzazioni mafiose. Su questo strumento spero davvero che non ci sia discussione, che ci sia unanimità dentro il Parlamento».

«Se il problema è determinato dalle condizioni di salute che non permettono a un detenuto di restare nelle aree destinate al 41-bis, può essere risolto con il suo trasferimento in un’area dove possano essere garantite le cure che la Costituzione garantisce a tutti. Ma le stesse condizioni di salute non possono intervenire a far saltare il meccanismo di prevenzione e sicurezza per il nostro Paese».

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