Autonomia, Boccia (Pd): "Non permetteremo a Calderoli e Salvini di spaccare il paese"

Francesco Boccia, senatore Pd e responsabile Regioni ed enti locali della segreteria nazionale parla del ritorno di fiamma padano della Lega assecondato al momento da Fratelli d'Italia

Autonomia, Boccia (Pd): "Non permetteremo a Calderoli e Salvini di spaccare il paese"
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30 Dicembre 2022 - 19.36


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La Lega ‘padana’ e anti-italiana sta rimettendo la testa fuori e nel nome del potere trova la sponda in Fratelli d’Italia che se dovessero passare le idee della Lega dovrebbero chiamare il nome in Nemici d’Italia.

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«Il ministro Calderoli, ora spalleggiato dal leader del suo partito Salvini, ancora una volta si è preso gioco delle istituzioni calpestando le Conferenze (Stato Regioni e Unificata) che regolano i rapporti tra lo Stato e gli enti territoriali. Oggi cerca di mettere una toppa che è più grande del buco comunicando di aver trasmesso il ddl, ma probabilmente confondendo la Conferenza delle Regioni con i luoghi istituzionali nei quali sarà chiamato sicuramente dai Presidenti di Regione del Pd a dar conto. La Lega non può pensare di essere maggioranza di governo e di occupare, calpestandole, le istituzioni. Anche dal presidente Fedriga ci aspettiamo chiarezza. L’autonomia non si attua con il solo articolo 116 ma la si attua con l’intero Titolo V e lo si fa in parallelo. Solo così è attuazione del principio di sussidiarietà che rafforza l’unità nazionale, l’impostazione di Calderoli spacca il Paese in due e produce gravi danni».

 Così Francesco Boccia, senatore Pd e responsabile Regioni ed enti locali della segreteria nazionale.

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«Era già successo – ha aggiunto – con la prima versione del ddl sull’autonomia, poi declassata a bozza di lavoro, e sta succedendo di nuovo. Prima i titoli roboanti per placare le pulsioni leghiste e oggi è costretto a tornare indietro parlando, di nuovo, di un testo trasmesso in forma di bozza. Calderoli deve capire che sull’autonomia differenziata il Pd non farà sconti, non permetteremo che la Lega spacchi il Paese secondo il progetto originario a scapito delle aree più deboli del paese al Sud come al Nord, comprese le aree interne e le aree di montagna. Se la destra al governo ritiene di affrontare con questa arroganza le riforme che incidono sugli assetti del Paese senza alcun confronto preventivo, ma presentando a Enti locali e al Parlamento un testo su cui andare avanti con arroganza troverà le barricate. Il Pd lo ha ribadito dal primo istante: i Lep vanno definiti in Parlamento, e non da improbabili cabine di regia, nessun riferimento ai residui fiscali, nessuna ipotesi di regionalizzazione della scuola e soprattutto risorse immediate e disponibili per i fondi di perequazione sulle infrastrutture e sui servizi alla persona. È la stessa posizione che avevamo nel 2020, quando ottenemmo l’ok di Regioni e Enti locali in Conferenza Unificata».

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