Ischia, Pichetto dimentica di essere nel governo Meloni: "Basta deroghe, servono regole"

"Il Paese deve darsi delle regole per non andare sempre in deroga, perché si possano avere percorsi certi. Non è neppure una questione di fondi, perché i fondi ci sono. E' una questione di procedure".

Ischia, Pichetto dimentica di essere nel governo Meloni: "Basta deroghe, servono regole"
Il neo ministro dell`Ambiente Gilberto Pichetto Fratin
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29 Novembre 2022 - 10.06


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Il governo Meloni da una parte alza il tetto ai contanti e favorisce le corporazioni e gli evasori, dall’altra dichiara di non ammettere più deroghe per quanto riguarda i condoni e gli abusi edilizi. Dopo la tragedia di Ischia, è il ministro dell’Ambiente Pichetto Fratin a parlarne in diretta a La7.

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“Il Paese deve darsi delle regole per non andare sempre in deroga, perché si possano avere percorsi certi. Non è neppure una questione di fondi, perché i fondi ci sono. E’ una questione di procedure. Anche i condoni nascono dal blocco del sistema, da una illegalità amministrativa che va avanti. Distinguiamo fra alcune situazioni di condono ed essere su luoghi dove c’è il rischio della vita. Bisogna avere il coraggio di fare una valutazione caso per caso”.

“Non posso avercela coi sindaci”, spiega inoltre il ministro all’indomani delle polemiche su una sua frase. “Sono sul fronte degli 8.000 sindaci, che devono rispondere a volte oltre le loro competenze. La mia dichiarazione di ieri è stata un po’ forte quando ho detto che bisognerebbe arrestare. Ma nasceva dal fatto che leggevo i report, vedevo che a Ischia c’era lo stanziamento dei fondi al 12 novembre 2010, e c’era scritto ‘in fase di progettazione'”.

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“Quando uno vede queste cose, dice ‘come mai?’ – ha aggiunto il ministro -. Poi non entro nel merito specifico, non mi riferivo al merito specifico. La mia valutazione è ‘andiamo a veder caso per caso'”.

“Io non so se a Ischia queste case erano costruite regolarmente e tutto è avvenuto per il destino, o se invece qualcuno non ha visto – ha proseguito Pichetto -. Bisogna avere il coraggio di fare valutazioni caso per caso. Le responsabilità possono essere tante, ma ci sono una serie di situazioni particolari, che riguardano le strutture funzionariali”. “Chi prende 1.500 euro al mese, poi non firma perché se va in tribunale si mangia la casa per difendersi – ha detto ancora il ministro -. Su questo c’è un ragionamento di Governo e di Parlamento. Dobbiamo adattare le nostre regole. Non possiamo quando vogliamo fare qualcosa, dire ‘andiamo in deroga alla norma’. Allora è la norma quadro che non funziona”.

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