Pd, anticipare le primarie? La sinistra non vuole: "Serve una fase costituente vera"

L'anticipo delle primarie agita il Pd, il segretario Enrico Letta è al lavoro con i maggiorenti del partito per definire una proposta che metta tutti d'accordo

Pd, anticipare le primarie? La sinistra non vuole: "Serve una fase costituente vera"
Elly Schlein e Enrico Letta
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16 Novembre 2022 - 19.49


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Il Pd cala ad ogni sondaggi e da qui al congresso ci sono le regionali nel Lazio e in Lombardia, quindi che fare? L’anticipo delle primarie agita il Pd, il segretario Enrico Letta è al lavoro con i maggiorenti del partito per definire una proposta che metta tutti d’accordo ma la sinistra interna tiene il punto sulla necessità di fare una “vera fase costituente”. Nelle ultime ore era circolata la data del 19 febbraio, come nuovo appuntamento per le primarie finora fissate per il 12 marzo, ma la discussione è ancora tutt’altro che chiusa.

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Stamattina è stato Arturo Scotto, sul Manifesto, a dire che “la costituente può essere una grande occasione per tutta la sinistra per ripensarsi. Ma se nel Pd ritengono che sia una perdita di tempo si sprecherà un’occasione preziosa. In quel caso, facciano le primarie entro fine anno, poi la costituente si vedrà dopo”.

Una posizione che prende piede anche dentro al partito. Oggi pomeriggio i contatti tra i dirigenti della sinistra interna sono stati continui e alla fine, raccontano, Andrea Orlando, Giuseppe Provenzano, Gianni Cuperlo si sono trovati d’accordo su una linea molto simile a quella di Articolo 1. “O si fa una vera fase costituente, con i tempi giusti, oppure meglio lasciar stare”, è la sintesi del ragionamento.

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Il punto, sottolinea la sinistra Pd, non è tanto la data delle primarie quanto la garanzia di una vera fase costituente, aperta, che consenta anche a chi non è del Pd di partecipare alla costruzione di un soggetto nuovo. “Non si può chiedere a chi viene da fuori di partecipare ad un processo e magari candidarsi a guidare un partito che non si sa che cos’è”.

E da Articolo 1 confermano: se l’anticipazione fosse eccessiva, per esempio a fine gennaio, sarebbe complicato partecipare. Altro discorso sarebbe andare a fine febbraio o a metà del mese.

“Devono essere garantiti i tempi per una discussione vera e approfondita”.

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Un tema che viene seguito con attenzione anche da Elly Schlein, che proprio venerdì scorso ha annunciato la sua partecipazione alla fase costituente che, invece, adesso potrebbe persino slittare a dopo il congresso. La Schlein, che oggi ha parlato a lungo sia con Andrea Orlando che con Giuseppe Provenzano, aveva spiegato che le somme sarebbero state tirate alla fine del percorso “aperto” – cioè della fase costituente – e un eventuale stravolgimento di tutto lo schema potrebbe obbligarla a cambiare i suoi piani.

Tutte questioni che Letta sta, appunto, cercando di risolvere con una fitta serie di colloqui. Il segretario cerca di trovare una soluzione di mediazione capace di andare incontro agli appelli a fare presto che arrivano non solo da Base riformista e da Stefano Bonaccini, senza però stravolgere lo schema di congresso che aveva disegnato solo poche settimane fa.

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