Migranti, Calenda: "Nessuna lezione dalla Francia che chiude le frontiere a Ventimiglia"

Calenda sui migranti e la Francia: "La polemica della Francia è rivolta all'interno più che all'esterno, abbiamo bisogno del supporto europeo ma non prediamo lezioni da chi chiude la frontiera a Ventimiglia tutti i giorni".

Migranti, Calenda: "Nessuna lezione dalla Francia che chiude le frontiere a Ventimiglia"
Carlo Calenda
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14 Novembre 2022 - 09.57


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Carlo Calenda prende ancora le parti del governo Meloni, sulla questione migranti e l’accesa discussione con Parigi. Prima, però, il leader di Azione ha parlato delle alleanze che sta provando a intessere in vista delle elezioni regionali.

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«Io non ho l’ossessione dell’unione delle opposizione. Le opposizioni si possono unire con un pensiero comune e noi con i 5 stelle non condividiamo nulla. Noi cerchiamo di costruire nella politica italiana un centro riformista appoggiamo Letizia Moratti a Milano e un bravissimo assessore nel Lazio, Alessio D’Amato. Persone che hanno lavorato bene durante il Covid. Queste due storie di persone diverse possono stare insieme».

La costruzione di un centro riformista «è un lavoro lungo», anche perché in Italia ci si è abituati «a un bipolarismo muscolare. Ma nel mezzo ci sono partiti che hanno governato l’Italia a lungo».

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L’affondo sul Pd

Il Pd «è una cosa un po’ strana. Conte gli sbatte la porta in faccia continuamente, ma loro devono tornare al M5s. Il destino ineluttabile del Pd per come è stato costruito è quello di essere junior partner del M5. Nel Lazio viene con noi perché Conte gli ha dato ceffone», spiega ancora, ribadendo che se ci saranno primarie per la scelta del candidato alle regionali in quella regione, «sono fatti loro, noi non partecipiamo».

«La polemica della Francia è rivolta all’interno più che all’esterno, abbiamo bisogno del supporto europeo ma non prediamo lezioni da chi chiude la frontiera a Ventimiglia tutti i giorni. Il macello sugli sbarchi è inutile – ha detto il leader di Azione – perché stiamo parlando del 5-6% di chi entra e l’Italia ha sempre 500-600mila migranti irregolari, numero che che non aumenta e non diminuisce».

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