Nordio parla del caso migranti: "La selezione la fanno gli scafisti. Li accettiamo perché siamo rassegnati"

Carlo Nordio, ministro della Giustizia del governo Meloni, ha parlato del caso legato ai migranti e al provvedimento di "selezione" prima dello sbarco nel porto di Catania: "La selezione la fanno gli scafisti".

Nordio parla del caso migranti: "La selezione la fanno gli scafisti. Li accettiamo perché siamo rassegnati"
Carlo Nordio
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7 Novembre 2022 - 14.13


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Giorgia Meloni e il governo da lei presieduto continuano a tenere la linea dura, e per molti illegale, sulla questione delle navi ong che aspettano di poter attraccare nel porto di Catania, in attesa degli ormai famigerati controlli selettivi.

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Di questo ha parlato il ministro della Giustizia Carlo Nordio: “La selezione dei migranti non è fatta in base ai loro interessi ma a quelli degli scafisti che li portano”. Secondo Nordio “quelli che vengono in Italia possono permettersi di pagare dai 2 ai 5mila euro a queste organizzazioni che li trasportano. Noi li prendiamo non perché siamo buoni ma perché siamo rassegnati”.

Il ministro Nordio ha parlato da Treviso, durante una visita ufficiale nei tribunali veneti. “La selezione la fanno gli scafisti. I poveri tra i poveri, vecchi, malati, moribondi, rimangono lì. Quelli che vengono in Italia possono permettersi di pagare dai 2 ai 5mila euro a queste organizzazioni che li trasportano. Se fossimo buoni – ha aggiunto – prenderemmo i più poveri tra i poveri e i malati tra i malati”.

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“Per quanto riguarda la gestione dei migranti il trattato di Dublino è chiarissimo: la gestione deve essere fatta dallo Stato di primo accesso. E se una nave straniera in acque internazionali accoglie dei migranti, lo Stato di primo accesso è quello di bandiera di quella nave”. E’ quanto sostiene il ministro della Giustizia, Carlo Nordio. “La vera soluzione – ha aggiunto – secondo me sta nell’accordarci con gli amici della Ue, che proprio secondo il trattato di Dublino chi viene soccorso in acque internazionali approda nello stato di bandiera della nave, e deve essere gestito da quello stato. Curato dal porto più vicino, se necessario, ma poi portato nel territorio nello Stato di primo approdo. Credo sarebbe bene in ambito internazionale invocare questi accordi di Dublino, non accordi politici di nuova costruzione”.

Nordio ha ribadito che “il comandante di una nave può celebrare matrimoni a bordo, ricevere testamento, è un pubblico ufficiale. Chi accoglie il migrante lo fa nel suo Stato, che è quello della bandiera della nave. Non c’è altra soluzione dal punto di vista giuridico”, ha concluso.

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