Terra chiama Pd: il momento di cambiare è ora

Non sopporto che da tempo il mio partito sia in balia di una classe dirigente che non riesce a connettersi alle persone, talvolta fino a dare l’impressione di guardarle dall’alto in basso

Terra chiama Pd: il momento di cambiare è ora
Partito Democratico
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Valentina Mercanti Modifica articolo

29 Ottobre 2022 - 18.58


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Non è un caso che la mia avventura politica abbia inizio nel 2007: come molti, il progetto di un grande partito progressista nato per ascoltare e farsi portavoce del Paese mi convinse in un lampo a fare la mia parte. Ci ho sempre creduto al punto da non risparmiare un grammo delle mie energie, promettendomi di restar fedele ai miei principi: onesta, leale e trasparente.

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Come allora, considero il Partito Democratico un mezzo ideale per costruire una società più equa, inclusiva e al passo con le maggiori democrazie; uno strumento per rafforzare il legame con la propria comunità, non un fine e tantomeno un luogo in cui chiudersi.


Non sopporto che da tempo il mio partito sia invece in balia di una classe dirigente che non riesce a connettersi alle persone, talvolta fino a dare l’impressione di guardarle dall’alto in basso; senza mai esporsi a un vero esame di coscienza o mettersi personalmente in discussione. Fare politica, ma farla davvero, per me è un atto di amore per il territorio e per il Paese che porta con sé una delle maggiori responsabilità: quella di curare il sano interesse di chi ci dà fiducia.

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Non è quindi un segreto che io non abbia condiviso quasi nulla della linea assunta dal gruppo dirigente negli ultimi anni. Il risultato elettorale del 25 settembre e l’urgenza di assolvere al meglio al ruolo di opposizione avrebbe già dovuto aprire una profonda riflessione sugli errori e le responsabilità; avrebbe dovuto convincere questo partito ad ascoltare tutte quelle voci di rimprovero che in campagna elettorale chiedevano un cambio di rotta e di facce; invece niente, sempre lì, aggrappati al timone e convinti di sé.


Il Congresso è l’ultima chiamata, l’ultima occasione che il dD ha per tornare a essere un grande partito popolare capace di parlare alla maggioranza del Paese, in grado di unire la società anziché dividerla. Come tanti iscritti stanno manifestando in queste ore, attendere marzo 2023 è una scelta scellerata che rischia persino di allontanare le nuove generazioni. Per l’ennesima volta, terra chiama Pd: il momento di cambiare è ora.

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