Letta e Calenda mai così lontani: "Aiuti la Destra" e lui risponde: "Sei un disco rotto"

Carlo Calenda e Matteo Renzi hanno escluso la volontà di fare alleanze politiche con il Nazareno dopo il voto.

Letta e Calenda mai così lontani: "Aiuti la Destra" e lui risponde: "Sei un disco rotto"
Foto Mauro Scrobogna/LaPresse 02-08-2022 Roma (Italia) Politica - Elezioni politiche - incontro PD Azione +EUROPA - Nella foto: il segretario PD Enrico Letta, il leader di Azione Carlo Calenda in occasione dell’incontro tenutosi alla Camera dei Deputati per definire le alleanze in vista delle elezioni politiche 02-08-2022 Rome (Italy) Politics - Political elections - PD Action + EUROPE meeting - In the photo: PD Secretary Enrico Letta, Action leader Carlo Calenda at the meeting held to the Chamber of Deputies to define alliances in view of the political elections
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6 Settembre 2022 - 08.29


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Per la verità, anche Enrico Letta non ne ha mai parlato, però ne ha approfittato, da Palermo, per attaccare i centristi: “Mi sembra che sia chiaro ormai: il Terzo polo guarda a destra”. La replica del segretario Pd ha preso spunto dalle parole del leader di Azione che, nel tracciare lo scenario a cui sta lavorando, aveva spiegato: “L’alleanza con Pd non la farò: sennò l’avrei fatta prima. Un governo di larga coalizione, questo voglio fare. Serve un governo di Alleanza comune, mi auguro anche con la Meloni”.

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Per mettere un freno ai commenti in arrivo a raffica dagli esponenti del Pd, in giornata il leader di Azione ha chiarito il senso delle sue parole sulla Meloni: l’obiettivo è “un governo di unità nazionale possibilmente guidato da Mario Draghi”, ma “non c’è spazio per un governo politico con sovranisti e populisti”. Quella parola “politico” fa la differenza: per Calenda, se mai ci sarà, l’alleanza non sarà per affinità elettive, ma per necessità e con Draghi premier. Per Letta, però, quella frase sulla Meloni nasconde il vero intento di Calenda: “Chi vuole battere la destra – ha detto il segretario Pd – ha un solo voto utile, quello per il centrosinistra. Tutti gli altri sono voti che in un modo o nell’altro aiutano le destre”. Calenda ha provato a chiuderla con una battuta: “Enrico Letta⁩ sei una specie di disco rotto”. Ma le scintille non sono finite lì. Anche perché le stoccate di Letta erano partite già da prima, per interposto bersaglio. In Sicilia il segretario Pd se l’era presa con il M5s, che ha fatto dietrofront sulla candidatura di Caterina Chinnici alla presidenza della Regione: “Per me la parola data, la stretta di mano e l’impegno preso davanti agli elettori sono le cose più importanti”. Le stesse parole usate nei confronti di Calenda, quando in diretta Tv stracciò l’accordo firmato col Pd qualche giorno prima.

Archiviato da tempo lo strappo dai dem, per il leader di Azione l’agenda rimane sempre quella, visto che “io e Renzi – ha rivendicato – siamo gli unici a sostenerla”. Anche per l’ex compagno di viaggio, il segretario di +Europa Benedetto Della Vedova, inervenuto a Milano,”se la coalizione vince non si cambiano le politiche del premier e non si cambia nemmeno Draghi”, o quanto meno “il suo modo di governare”. Però, ha precisato, “un governo con Meloni non lo capisco e non ha senso. Io la voglio battere alle urne”. E comunque, e qui è arrivata la stoccata, “chi ha avuto ossessione per Fratoianni dovrebbe averla decuplicata per Meloni e Salvini”. Come a dire: con Letta no ma con Meloni sì? Della Vedova ha attaccato il Terzo Polo convinto che “nei collegi uninominali vinceranno solo le due coalizioni” più grandi e quindi chi “si mette in mezzo” come Calenda e Renzi “fa un favore alla destra”. E chi li vota a Milano, per esempio, finisce che “elegge Giulio Tremonti”, ha aggiunto Della Vedova, che si gioca uno scranno alla Camera con l’ex ministro e l’azionista Giulia Pastorella nell’uninominale di Milano centro.

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E mentre Emma Bonino ha puntato il dito sulla politica “impantanata in diatribe tutte all’interno del raccordo anulare”, l’esponente Pd Francesco Boccia si è detto d’accordo con Della Vedova: “Era evidente che Calenda e Renzi non c’entravano nulla con la storia del centrosinistra. Non hanno possibilità di incidere nel quadro politico: votarli è come votare per Meloni”. Ma tanto “non staremo di nuovo con il Pd che ha perso l’anima – ha risposto Renzi – dopo aver cambiato idea su reddito di cittadinanza e jobs act possono cambiare il nome in M5s”. 

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