Letta: "La destra non è europea ed è la stessa che ci ha portati sull'orlo della bancarotta nel 2011"

Il segretario del Pd: "Con questa legge elettorale chi vagheggia il pareggio vive in una realtà parallela: votare altre liste avvantaggia oggettivamente Fdi"

Letta: "La destra non è europea ed è la stessa che ci ha portati sull'orlo della bancarotta nel 2011"
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28 Agosto 2022 - 10.13


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Lui è indietro nei sondaggi ma la verità è che il Pd è in crescita ma solo le divisioni e la debolezza delle liste alleate il vero problema, visto che i sondaggi le danno tutte sotto il 5%.

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«Ecco le nostre proposte a Draghi, non è credibile chi l’ha fatto cadere e ora gli intima di agire. Sì ai rigassificatori, Fdi che dice?».

Così Enrico Letta ad Avvenire sul caro bollette. Per il segretario dem «all’estero aleggia l’incubo del 2011 e i tre protagonisti del centrodestra sono gli stessi. Con questa legge elettorale chi vagheggia il pareggio vive in una realtà parallela: votare altre liste avvantaggia oggettivamente Fdi». Quanto ai «diritti individuali e questione sociale sono complementari, non alternativi: noi vogliamo un’Italia avanzata, civile e moderna. Cattolici democratici sacrificati? Non è così, io vengo da quella storia. E nelle liste non ci sono miei cooptati´: nel 2018 non è stato così».

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E sui bivi secchi, come i rigassificatori, il Pd da che parte sta? «Sta dalla parte dei rigassificatori come soluzione di transizione in questa emergenza. Con compensazioni per i territori coinvolti». Piuttosto, aggiunge il segretario del Pd, «giro la domanda a Giorgia Meloni: il sindaco di Piombino, di Fdi, è contrario. Lei da che parte sta?».

E sul 25 settembre osserva: «O vince la destra o vinciamo noi. Chi vagheggia il pareggio vive in una realtà parallela. E ha smarrito qualsiasi principio di realtà». Ma Draghi è troppo ottimista quando dice che qualsiasi governo ce la farà? «Draghi è stato giustamente molto istituzionale parlando diqualunque governo´. La verità è che all’estero oggi aleggia un incubo. Tutti ricordano il baratro del 2011, con il governo Berlusconi – e Tremonti e Meloni ne erano ministri – costretto a dimettersi perché il Paese era sull’orlo della bancarotta. Dieci anni dopo l’Italia si è rialzata ed è risanata. Ma ecco che loro si ripresentano nella stessa formazione pronti per una nuova bancarotta. La preoccupazione evidentemente c’è tutta ed è legittima».

Per Letta «è la destra italiana a non essere `europea´. Vale a dire avanzata, civile, moderna. Sono, piuttosto, al fianco dell’Ungheria».

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