Forza Italia a difesa dei milionari: no al contributo di successione ai super-ricchi

Il segretario del Pd Enrico Letta ha previsto una tassa che riguarderebbe solo patrimoni superiori ai 4 milioni di euro. Ma la Bernini insorge.

Forza Italia a difesa dei milionari: no al contributo di successione ai super-ricchi
Anna Maria Bernini
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31 Luglio 2022 - 16.58


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“Letta persevera, con una coerenza degna di altra causa, sulla tassa di successione per dare una dote ai diciottenni, confermando che la vocazione del Pd è quella del partito delle tasse. Il contributo di solidarietà, alias patrimoniale, viene propagandato come uno strumento di equità sociale, ma la realtà è che finirebbe per colpire soprattutto le proprietà immobiliari e i risparmi del ceto medio, un limone già ampiamente spremuto.

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Considerare patrimoni da un milione di euro e i risparmi di una vita lasciati ai figli come ricchezze da espropriare riflette una concezione punitiva – e inaccettabile -della proprietà privata. È la vecchia concezione tassa-e-spendi tanto cara alla sinistra che Forza Italia ha sempre contrastato: per noi la casa, bene rifugio degli italiani, è sacra. Ai giovani, infine, vanno garantite formazione e opportunità di lavoro, non mance elettorali”. Lo dichiara in una nota Anna Maria Bernini, presidente dei senatori di Forza Italia.

“Il programma di governo del centrodestra avrà le impronte di Forza Italia sulle sue linee fondamentali: atlantismo, europeismo, garantismo e liberismo sociale in economia sono fattori imprescindibili, insieme portando avanti speditamente le riforme strutturali avviate con il Pnrr, che garantiranno investimenti e sviluppo.

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Noi lavoriamo per un centrodestra costituente, che oltre a fronteggiare la crisi energetica difendendo il potere di acquisto delle famiglie e la competitività delle imprese, abbia la consapevolezza che non è più rinviabile la grande riforma istituzionale attesa ormai da decenni: in questa direzione, autonomia regionale e presidenzialismo, battaglia storica del centrodestra, potranno costituire un giusto punto di equilibrio per ammodernare lo Stato”, conclude Bernini.

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