Draghi irremovibile: l'unico spiraglio è un programma di pochi punti per arrivare fino a marzo anche senza M5s

Gli osservati speciali sono Enrico Letta e Matteo Salvini. Il segretario del Pd deve dichiarare senza remore il decesso del rapporto speciale con i grillini, come lo convince a fare oggi Luigi Zanda

Draghi irremovibile: l'unico spiraglio è un programma di pochi punti per arrivare fino a marzo anche senza M5s
Enrico Letta e Matteo Salvini
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15 Luglio 2022 - 13.28


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Anche gli ex banchieri centrali nel loro piccolo si ‘arrabbiano’. E infatti la variabile personale di Mario Draghi ieri ha fatto saltare il banco e sballare tutte le previsioni. Si immaginava un ritorno alle Camere senza le dimissioni del Presidente del Consiglio. Alla fine soltanto la decisione di Sergio Mattarella di respingerle riporta le cose ad una vaghissima normalità.

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Va detto subito però che la situazione, anche il giorno dopo, viene descritta come drammatica. Nella lettera di congedo letta in consiglio dei ministri, la parola irrevocabile non comparirebbe solo per una cortesia finale verso l’uomo del Colle.


Irrevocabile è però l’umore del venerdì, convincere super Mario a tornare sui suoi passi sarà incredibilmente difficile.

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Bypassato Conte, che si è chiamato fuori con una operazione folle e dissennata, il piccolo pertugio da cui passa un nuovo esecutivo, è trovare una maggioranza senza il M5S, che concordi un programma di pochi punti per arrivare fino a marzo.


Gli osservati speciali sono Enrico Letta e Matteo Salvini. Il segretario del Pd deve dichiarare senza remore il decesso del rapporto speciale con i grillini, come lo convince a fare oggi Luigi Zanda, il leader della Lega deve dire un altro no a Giorgia Meloni ed alla sua voglia di elezioni in autunno.


Terze possibilità non esistono, solo un nuovo compromesso tra i democratici ed i leghisti può provare un’operazione che è davvero molto complicata.

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Le chat del Pd intanto si sono silenziate, in questo venerdì bollente per le temperature, i parlamentari dem vedono, forse per la prima volta in modo nitido, che la fine è vicina, ad un passo, per essere precisi. E l’umore, come quello di Mario Draghi, è quello che è.

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