Anzaldi: "Sangiuliano ha partecipato al lancio della campagna elettorale della Meloni, la destra ha perso la testa"

Il deputato di Italia Viva replica agli attacchi della destra verso lui e Valeria Fedeli sul caso del direttore del Tg2 che ha parlato alla convention di Fdi: "Calenda non sa di cosa parla"

Anzaldi: "Sangiuliano ha partecipato al lancio della campagna elettorale della Meloni, la destra ha perso la testa"
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1 Maggio 2022 - 18.26


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Onorevole Anzaldi, la senatrice Santanché difende l’intervento del direttore del Tg2 Sangiuliano alla convention Fdi di Milano e la attacca dicendo che lei, probabilmente, non lo ha capito perché era un discorso troppo colto. Cosa risponde?
“Le scomposte reazioni degli esponenti Fdi dimostrano che nel partito di Giorgia Meloni, e forse non solo lì, hanno completamente perso la testa: condiscono insulti, a me e alla senatrice del Pd Fedeli, con affermazioni impossibili, come quando vogliono far passare Sangiuliano non per un giornalista stipendiato dal servizio pubblico Rai ma per un raffinato professore di non si sa quale ateneo. Ma di cosa parlano? A Milano non si è svolto un corso serale di sociologia politica ma una convention elettorale per lanciare la campagna di Giorgia Meloni verso le prossime elezioni. Sangiuliano, intervenuto proprio per introdurre il discorso della leader del partito, è salito sul palco di un congresso di partito per esporre le sue idee a sostegno del nuovo movimento conservatore che Meloni vuole lanciare in Italia. Un caso che non ha precedenti neanche nella Rai la cui storia è notoriamente iper-politicizzata”.

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Da Fdi ribattono che Sangiuliano in passato è stato anche alla Festa dell’Unità a presentare il libro di Landini. Caso diverso?
“Non esistono paragoni tra essere andati a una festa di partito a moderare un dibattito o a intervistare un leader, cosa che tanti direttori di tg hanno fatto negli anni, con quello che è accaduto a questo congresso di Fdi. Sangiuliano non era lì a intervistare un esponente politico e quindi a fare il giornalista, ma è stato chiamato a tenere un comizio lui stesso, esattamente come hanno fatto decine di esponenti politici intervenuti sul palco in questa tre giorni milanese. D’altronde il carattere chiaramente politico dell’intervento del direttore del Tg2 è evidente a tutti, parlare di conservatorismo al congresso del nuovo partito conservatore ha un carattere eminentemente politico. A che titolo il direttore di un tg del servizio pubblico dovrebbe fare un intervento politico a una convention di partito? Se Sangiuliano pensa di candidarsi con Fdi, è liberissimo di farlo, ma allora lasci subito la direzione del Tg2”.

Anche Calenda ha difeso Sangiuliano, ricordando di quando Antonio Campo Dall’Orto, ex dg Rai nominato dal Governo Renzi, partecipò alla Leopolda. Che ne pensa?
“Ancora una volta come già accaduto in passato Calenda, a proposito di Rai e del sottoscritto, dimostra di non sapere di cosa parla. Campo Dall’Orto è intervenuto alla Leopolda negli anni 2011-2012, quando non aveva alcun incarico in Rai, e Renzi non era ancora neanche leader del Pd. Campo Dall’Orto sarebbe stato nominato in Rai ben 3 anni dopo, nel 2015. Che c’entra questo con un direttore di tg in carica che va a fare un comizio a un congresso di partito, quello stesso congresso ampiamente raccontato inevitabilmente anche dal tg che dirige? Sarebbe preoccupante se Calenda non vedesse la differenza. O forse la vede benissimo, ma ha comunque voluto polemizzare con Italia Viva. In ogni caso abbiamo scoperto che per il leader di Azione va bene che il direttore di un tg del servizio pubblico tenga un comizio a una convention di partito”.

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Ora si aspetta provvedimenti dall’Ad Rai Fuortes?
“Intanto registro l’incredibile silenzio dell’Usigrai, dei Cdr dei tg Rai, dell’Fnsi, dell’Ordine dei Giornalisti, dell’Agcom, oltre che dei consiglieri Rai a partire dalla presidente Soldi: a 48 ore dal comizio di Sangiuliano, nessuno ha ancora detto nulla. Come è possibile? Presenterò un’interrogazione in Vigilanza per sapere se il direttore del Tg2 ha chiesto l’autorizzazione a tenere quel comizio, chi ha dato l’eventuale via libera e se è vero, come scrive Dagospia, che in realtà il direttore abbia chiesto l’ok a moderare una tavola rotonda, salvo poi intervenire dal palco con un discorso politico. In tutti i casi, siamo di fronte ad una vicenda di gravità inaudita”.

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