Ius Scholae, Forza Italia molla Lega e FdI e apre alla riforma

Si potrebbe dunque formare una “maggioranza Ursula” di tipo europeo sulla riforma della cittadinanza, se centrosinistra e M5s accetteranno una mediazione e non spingeranno in direzione di ulteriore allentamento dei requisiti, come alcuni loro emendamenti

Ius Scholae, Forza Italia molla Lega e FdI e apre alla riforma
Ius Scholae
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3 Aprile 2022 - 18.49


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Forza Italia apre allo Ius Scholae e si sfila dall’alleanza con Lega e FdI, unendosi al centrosinistra e M5s.  Il momento della verità sarà già domani quando la Commissione Affari costituzionali della Camera inizierà a votare gli emendamenti alla proposta di legge; e mentre i partiti di Salvini e Meloni hanno presentato moltissimi emendamenti soppressivi o ostruzionistici, gli azzurri ne hanno depositati pochissimi, che riconoscono proprio lo ius scholae, correggendolo in un solo requisito.

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Si potrebbe dunque formare una “maggioranza Ursula” di tipo europeo sulla riforma della cittadinanza, se centrosinistra e M5s accetteranno una mediazione e non spingeranno in direzione di ulteriore allentamento dei requisiti, come alcuni loro emendamenti propongono.

Sui 728 gli emendamenti presentati in commissione al testo unificato redatto dal Presidente Giuseppe Brescia (M5s), ben 484 sono della Lega e 167 di Fdi, mentre gli altri partiti ne hanno presentati tra i 10 e i 15. Il testo Brescia, che ha preso spunto unificando tre pdl (di Matteo Orfini e Laura Boldrini del Pd e di Renata Polverini di Fi), prevede che un ragazzo straniero nato in Italia o giuntovi prima dei 12 anni, acquisisca la cittadinanza se “frequenta regolarmente per almeno cinque anni, uno o più cicli scolastici”.

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La Lega e Fdi, contrari alla riforma, hanno presentato emendamenti che restringono i criteri di accesso alla cittadinanza. Ad esempio vengono allungati gli anni di frequenza della scuola, inserendo ulteriori clausole: la licenza media e la maturità devono essere raggiunte “con il massimo dei voti”, oppure con la media del 9, o ancora senza mai essere bocciato, e così via con decine di emendamenti. 

Un altro centinaio di emendamenti della Lega riguardano un esame scritto e orale ad hoc, in cui i ragazzi che aspirano alla cittadinanza devono dimostrare di conoscere una serie di elementi dell’Italia: la storia, la cultura, le “tradizioni popolari più rinomate”, la geografia, il patrimonio artistico, la moda, la musica e perfino “le sagre tipiche italiane”; un solo emendamento richiede la conoscenza della Costituzione.

Ma sul piano politico l’aspetto significativo riguarda due spinte opposte rispetto al testo Brescia: una serie di emendamenti del centrosinistra tendono ad allargare i requisiti per acquisire la cittadinanza (Federico Fornaro propone che basti la frequenza della scuola), mentre Fi chiede un leggero restringimento ma facendo proprio il principio dello ius scholae. Gli azzurri chiedono che il ciclo di studi sia completato con la promozione, e che non basti la frequenza. 

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D’altra parte, ha osservato Carlo Sarro, capogruppo Fi in Commissione, il principio era contenuto nel ddl di Renata Polverini; ma la novità sta nel fatto che ora il partito lo sostiene mentre un anno fa Fi era accodata alla linea Lega-Fdi. Sarro sottolinea che solo il completamento di un ciclo con la promozione garantisce la serietà dell’inserimento culturale e civile del bambino straniero e avverte che se si va in direzione opposta Fi “sarà contrarissima”; e allora addio maggioranza Ursula.

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