Ucraina, da Alemanno e La Russa 'razzismo' umanitario: "Sono profughi veri e non hanno cultura e religione diversa"

La Fondazione Alleanza Nazionale manda pullman con la Fiamma Tricolore al confine con la Polonia per raccogliere profughi. Ma...

Ucraina, da Alemanno e La Russa 'razzismo' umanitario: "Sono profughi veri e non hanno cultura e religione diversa"
Gianni Alemanno
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23 Marzo 2022 - 16.52


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Dopo Salvini anche l’ex sindaco di Roma Alemanno e Ignazio la Russa partecipano alla campagna che si potrebbe definire politicamente del ‘razzismo umanitario’: i profughi dell’Ucraina sono veri, gli altri finti.

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Così Gianni Alemanno ha scelto di andare a  Przemysl, il paesino di frontiera dove Matteo Salvini è stato sbeffeggiato dal sindaco di destra e fortemente anti-russo.

Venerdì mattina l’ex primo cittadino di Roma partirà dalla capitale con tre pullman, diretto in Polonia al confine con l’Ucraina, per riportare in Italia un centinaio di profughi. “Sono completamente diversi dai profughi che vengono dal Mediterraneo- spiega Alemanno– non per razza o religione, ma perché dall’Ucraina vengono soprattutto donne e bambini, mentre dal Mediterraneo in larga parte arrivano uomini adulti che hanno in qualche modo abbandonato la loro famiglia.

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Questa è l’occasione in cui distinguiamo veramente: lo vediamo in faccia quando c’è un profugo di guerra, una persona che realmente cerca rifugio”.

“Interveniamo sull’anello debole di questo meccanismo di solidarietà attivato dall’Italia, ovvero il trasporto- sottolinea Alemanno– le ong che vanno ai valichi di frontiera e prendono questi profughi. Come è stato evidenziato da numerosi servizi giornalistici si è creata una gara tra realtà più o meno equivoche per prendere il profugo e portarlo” in Italia, “con qualche sospetto di traffici non propriamente trasparenti. Ecco perché abbiamo scelto un intervento diretto, non una semplice donazione o raccolta viveri”.

A presentare l’iniziativa, accanto ad Alemanno, il senatore Ignazio La Russa: “Si tratta di una solidarietà a popoli vicini a noi, popoli che ci assomigliano e hanno i nostri valori, vivono la realtà con la stessa visione che abbiamo noi. E’ come quando il dolore tocca uno della famiglia. Mi sento molto coinvolto da quello che succede oggi all’Ucraina, molto di più di quando le vicende toccano Paesi con culture e religioni diverse, specie quando poi non è neanche certo che fuggano da una guerra come invece questa, purtroppo, abbiamo la possibilità di vedere davanti ai nostri occhi”.

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