Gas russo, Draghi pensa al carbone: "Riaprire le nostre centrali nell'immediato, puntiamo a nuove fonti"

Crisi ucraina, Draghi vede all'orizzonte la crisi energetica e spinge sul carbone. "In futuro, punteremo sulle forniture di gas liquido americano e produrremo il nostro"

Gas russo, Draghi pensa al carbone: "Riaprire le nostre centrali nell'immediato, puntiamo a nuove fonti"
Mario Draghi
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25 Febbraio 2022 - 13.01


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La crisi energetica già in atto subirà un’impennata a causa della guerra in Ucraina e, per superare questo gap di forniture, si va verso la riapertura delle centrali a carbone.
A confermarlo, il presidente del consiglio Mario Draghi

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“Potrebbe essere necessaria la riapertura delle centrali a carbone, per colmare eventuali mancanze nell’immediato. Il Governo è pronto a intervenire per calmierare ulteriormente il prezzo dell’energia, ove questo fosse necessario”.

“La maggiore preoccupazione riguarda il settore energetico – ha continuato Draghi.
Circa il 45% del gas che importiamo proviene infatti dalla Russia, in aumento dal  27% di dieci anni fa.
Le vicende di questi giorni dimostrano l’imprudenza di non aver diversificato maggiormente le nostre fonti di energia e i nostri fornitori negli ultimi decenni. Dobbiamo procedere spediti sul fronte della diversificazione, per superare quanto prima la nostra vulnerabilità e evitare il rischio di crisi future.
Il Governo monitora in modo costante i flussi di gas, in stretto coordinamento con le istituzioni europee”.

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“Abbiamo riunito diverse volte il Comitato di emergenza gas, per regolamentare e analizzare i dati operativi e gli scenari possibili. Gli stoccaggi italiani beneficiano dell’aver avuto, a inizio inverno, una situazione migliore rispetto a quello di altri Paesi europei, anche grazie alla qualità delle nostre infrastrutture. Il livello di riempimento aveva raggiunto il 90% alla fine del mese di ottobre, mentre gli altri Paesi europei erano intorno al 75%”.

“Il Governo è al lavoro inoltre per aumentare le forniture alternative. Intendiamo incrementare il gas naturale liquefatto importato da altre rotte, come gli Stati Uniti. Dobbiamo rafforzare il corridoio sud, migliorare la nostra capacità di rigassificazione e aumentare la produzione nazionale a scapito delle importazioni. Perché il gas prodotto nel proprio Paese è più gestibile e può essere meno caro”.

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