D'Alema definisce il renzismo una malattia: Renzi e gli ex renziani restati nel Pd replicano offesi

Le parole del dirigente storico della sinistra hanno provocato reazioni sdegnate. Alfieri: "Parole rozze che rimestano rancori mai sopiti"

D'Alema definisce il renzismo una malattia: Renzi e gli ex renziani restati nel Pd replicano offesi
D'Alema e Renzi
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2 Gennaio 2022 - 12.47


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D’Alema, consigliando agli esponenti di Mdp-Articolo 1 che avevano lasciato il partito all’epoca di Renzi di tornare anche perché la ‘malattia’ del renzismo non c’è più.

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Parole che hanno fatto infuriare sia Renzi sia gli ex renziani rimasti nel Pd di Base Riformista. 

A dire il vero a loro non piace essere definiti ex renziani ma la sostanza è la stessa: avevano appoggiato in tutto e per tutto l’ex segretario, imprese le sue scelte più discutibili salvo non volersi imbarcare nell’avventura di Italia Viva.

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“Enrico Letta ha voluto le Agorà come progetto di apertura e coinvolgimento di tutti coloro che credono nei valori e nei principi del centrosinistra, anche favorendo ricomposizioni con chi ha abbandonato il PD. Un progetto che guardi al futuro e sappia dare speranza alle giovani generazioni. Le parole rozze di D’Alema vanno in senso contrario: guardano al passato e rimestano rancori mai sopiti. Se questi sono i presupposti per ragionare su future evoluzioni del Partito Democratico, per noi semplicemente la questione non esiste. Ci sono due punti sicuramente positivi: da un lato il fallimento politico di chi ha prodotto scissioni e oggi, con ritardo, sembra esserne finalmente consapevole; dall’altro la conferma, nei fatti, che il Partito Democratico è e rimane l’unico soggetto politico autentico e popolare nel quale si concretizza qualsiasi progettualità riformista e progressista”. 

Così il senatore del Pd Alessandro Alfieri, coordinatore nazionale di Base Riformista.

La parole dell’ex rottamatore

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La replica di Renzi non si è fatta attendere: “D’Alema mi ha sempre fatto la guerra da dentro e da fuori. Quando ho guidato il Pd abbiamo preso il 40 per cento, governato 17 regioni su 20 e scritto pagine importanti sui diritti, per abbassare le tasse, sul lavoro e sull’impresa con Industria 4.0. Con noi la classe operaia ha ricevuto più soldi, non solo con gli 80 euro. Per uno come D’Alema tutto ciò è una malattia”

Ha poi aggiunto: “La ricetta del dottor D’Alema, chiamiamolo così, è avere il 20 per cento, stare all’opposizione in larga parte delle Regioni, fare convegni sui diritti senza approvare alcuna riforma, fare scioperi sul lavoro e scommettere su sussidi di cittadinanza. Sono due visioni opposte della vita e della politica. Se i Dem di oggi pensano che il renzismo sia la malattia e D’Alema sia la cura sono contento per loro e faccio molti fervidi auguri. È il motivo per cui non sono più nel Pd: io credo nel riformismo, loro nel dalemismo”.

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