Cirino Pomicino: "Chi sono i centristi? Nani del mi faccio un partito e quindi esisto"

L’ex ministro del Bilancio e della Funzione Pubblica: " Da Forza Italia a Italia Viva, ad Azione e ancora, meglio mi sento, a Cambiamo e a Coraggio.

Paolo Cirino Pomicino
Paolo Cirino Pomicino
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23 Novembre 2021 - 16.51


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di Antonello Sette

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Cirino Pomicino, in tanti parlano di centro. Qualcuno sicuramente a vanvera Quale è il centro dei suoi desideri?

Lasciamo stare il centro dei miei desideri o dei desideri degli italiani, premette l’ex ministro del Bilancio e della Funzione Pubblica, rispondendo a SprayNews. La verità è che manca un asse portante del sistema politico italiano. Non a caso, c’è una frantumazione nell’arco dei partiti e al centro, in particolare, sono cresciuti, si fa per dire, una serie di nani politici, che pensano di essere il centro, ma che, in realtà, non hanno neppure una struttura di riferimento. Sono nani menzionati, senza una riconoscibilità culturale e politica. Nani con nomi incredibili. A cominciare dagli amici di Forza Italia, che vanno avanti da trent’anni con uno slogan sportivo, per finire a Italia Viva, ad Azione e ancora, meglio mi sento, a Cambiamo e a Coraggio. Tutte parole senza senso.  Piccole formazioni del paese di Lilliput, che finiscono per essere guidate da padri padroni. Così non funziona e non può funzionare. Così il sistema politico degrada a una guerra di tutti contro tutti. 

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Esistono tanti aspiranti centristi: Conte, Renzi, Calenda, Cesa, Lupi, Bonino, Toti, Mastella. Tutti personaggi in cerca di alleanze, che su tante cose, dai diritti di genere alla cannabis libera, dal green pass all’eutanasia, fra di loro non ci azzeccano niente…

Il problema vero è che la scomparsa delle identità di ciascuno fa sì che poi ciascuno imbracci la bandierina di una piccola cosa programmatica. C’è quello che vuole il reddito di cittadinanza, quello che vuole la quota 100 e quello che si sbandiera un’altra piccola e particolarissima questione. Sostituiscono tutti l’identità culturale e politica con una bandierina programmatica, con la conseguenza che chi difende quella bandierina finisce per essere rigido perché, ce lo insegna la storia, la bandiera, ed anche le bandierine, si difendono fino alla fine. La verità è che dovrebbe abbandonare le loro bandierine programmatiche e sostituirle con un’identità riconoscibile. Se fanno questo, daranno vita a partiti seri, compreso un partito di centro perché, se c’è un’identità culturale, la ricomposizione è molto più semplice. Se resteranno, invece, solo i nomignoli di partiti personali, perché il personalismo è la loro unica e vera identità, continueranno a essere solo tanti personalismi, che si scontrano fra di loro. E’ un disastro politico. E’ una situazione allarmante.

Mi faccio un partito e quindi esisto?

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Perfetto. E’ proprio così. Mi faccio un partito e quindi esisto. Le sembra possibile che ci sia un partito che si chiama Coraggio e un altro che si chiama Cambiamo. Siamo nel mondo di Disneyland. Se avessero la testa sul collo, potrebbero, ad esempio, chiamarsi Liberali o Popolari, cosicché la gente li possa riconoscerli. Non è possibile continuare con questa pantomima, che purtroppo getta l’Italia nell’insicurezza e nel dramma, tanto da dover ricorrere a qualcuno, che con la politica non aveva nulla a che fare. Era un autorevole banchiere e resta tale. La politica, purtroppo, non c’è più, con tutti i problemi che questa assenza porta con sé.

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