Bonomi difende Draghi dall'assedio dei partiti: "Non capiscono che ora bisogna..."
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Bonomi difende Draghi dall'assedio dei partiti: "Non capiscono che ora bisogna..."

Il presidente di Confindustria sulla manovra: "“Abbiamo veramente un’occasione storica. Questa legge di bilancio è importante, aldilà delle cifre, perché dovrebbe essere il primo mattone di un percorso diverso"

Carlo Bonomi
Carlo Bonomi
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21 Ottobre 2021 - 09.15


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Carlo Bonomi ha difeso a spada tratta il premier italiano, Mario Draghi, dall’assalto dei partiti, tipico di tutte le manovre finanziarie.
Ma stavolta è diverso, ha detto il presidente di Confindustria in un’intervista al Corriere della Sera.
“Abbiamo veramente un’occasione storica. Questa legge di bilancio è importante, aldilà delle cifre, perché dovrebbe essere il primo mattone di un percorso diverso. La sensazione è che ancora oggi i partiti non abbiano capito che bisogna concentrare le risorse sulla crescita e sulla produttività. Stanno dando l’assalto alla diligenza com’è successo in tutte le manovre finanziarie precedenti, in cui ognuno di solito dà battaglia per la sua bandierina”.
Bonomi ha osservato che “un partito dà battaglia per le pensioni, un altro per il reddito di cittadinanza, un terzo per qualcos’altro ancora. Non capiscono che ora bisogna concentrare le risorse su una visione d’insieme, che anteponga a tutto misure a maggior impatto sul Pil. Invece ho l’impressione che non venga permesso al Governo Draghi di fare quello che il premier ha sempre detto che serve all’Italia: tecnologia, produttività e crescita. Noi siamo sicuri che il governo sappia bene ciò che va fatto, ma i partiti lo assediano”.
E a parere del leader degli industriali andrebbe fatto “un grande intervento coraggioso sul cuneo fiscale. L’Ocse ci sta dicendo che abbiamo il quinto livello più alto di oneri contributivi tra i Paesi avanzati che non entrano in busta paga, perché diventano prelievo”.
Al momento “si parla di 7-8 miliardi di riduzione del fisco. Ma non è chiaro su cosa – ha proseguito Bonomi – Non si parla invece di taglio al cuneo fiscale, che si calcola non sulle tasse ma sui contributi dovuti per ogni posto di lavoro. Di questi due terzi sono a carico delle imprese. Ma meno oneri contributivi significa più retribuzione lorda che resta in tasca al dipendente e imprese più competitive, se un taglio della quota contributiva riguarda anche loro”. Quanto al Reddito di cittadinanza, “così com’è oggi va cambiato, perché non intercetta gli indigenti del Nord e disincentiva tanti anche al Sud dal cercare lavoro nell’economia ufficiale”, conclude Bonomi.

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