Pasquino: “Hanno vinto politica e Beppe Sala. Hanno perso Salvini e i Cinquestelle”

Il politologo e professore emerito di Scienze politiche: "Hanno vinto i sindaci che rappresentavano gruppi politici. Hanno vinto la visione e la prospettiva di governare politicamente le città"

Gianfranco Pasquino
Gianfranco Pasquino
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5 Ottobre 2021 - 18.05


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di Antonello Sette

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Professor Pasquino, che cosa è successo domenica e lunedì?

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E’ successo che c’è stata una ripresa complessiva della politica,- osserva il noto politologo rispondendo a SprayNews – Hanno vinto i sindaci che rappresentavano gruppi politici. Hanno vinto la visione e la prospettiva di governare politicamente le città. Hanno perso tutti quelli che sostenevano in maniera apocrifa di rappresentare una a società civile, contrapposta a una società incivile. 

Solo queste ragioni separano i vincitori dai vinti?

La seconda lezione è che per vincere nelle città bisogna conoscerle, confrontarsi davvero con i cittadini e non lasciare tutto in mano alle leadership nazionali per obiettivi nazionali.

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 Lei ha detto che ha vinto la politica. Molti pensano, invece, che a vincere siano stati gli astensionisti…

Questo astensionismo ha molte cause. La prima è che le campagne elettorali sono state inevitabilmente brevi, perché si è dovuto aspettare la fine dell’estate. Una seconda motivazione è che c’è ancora preoccupazione fra i cittadini per le possibilità di contagio. Ci sono, poi, le cause strutturali. Innanzi tutto la società che invecchia. Gli anziani votano molto meno, un po’ perché non riescono ad arrivare ai seggi, un po’ perché sono tagliati fuori dalla comunicazione, un po’ perché i partiti non li raggiungono. Ci sono, poi, gli stili di vita della modernità. Molte persone non vivono dove risiedono. Per motivi di studio, di lavoro, magari anche di vacanza. La data di queste elezioni è stata cambiata. Altrimenti si sarebbero svolte in primavera. C’è, infine, quella che a me sembra la ragione più importante. Prevale, un po’ dappertutto, la sensazione che le elezioni locali siano meno importanti di quelle politiche nazionali. Tutto questo non giustifica chi per scelta non è andato a votare, ma forse suggerisce anche che potremmo pensare a qualche alternativa al voto di persona al seggio. Si potrebbe consentire di consegnare prima la scheda a quelli che non potranno essere presenti nei giorni designati. Si potrebbe votare per corrispondenza e, visto il grande successo che c’è stato per le firme referendarie, si potrebbe prevedere la possibilità di votare attraverso lo speed.

Detto questo, a me sembra di vedere il tonfo di Salvini e il ritorno del Pd…

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Il tonfo di Salvini c’è sicuramente stato. Mi faccia, però, dire che Giorgia Meloni rivendica un qualche successo a Roma. Un successo, che ancora non è avvenuto, mentre altrove non ha avuto un tripudio di consensi, con forse l’unica eccezione  di Trieste. Non c’è dubbio che ci sia stata una ripresa del Pd, che ha ancora una struttura e, quando quella struttura funziona, i voti vengono fuori. Un successo non molto significativo, ma importante, soprattutto per il Segretario Letta. La ripresa c’è, ma non è ancora forte.

Certo è che, se dovesse vincere Roberto Gualtieri a Roma, anche Giorgia Meloni, leader romanissima di Fratelli d’Italia, avrebbe poco da cantare vittoria… 

Ci sono delle buone probabilità che Gualtieri vinca la partita di Roma. Dipenderà da molti fattori, uno dei quali sicuramente è Carlo Calenda. Dovrà dire qualcosa ai suoi elettori, che peraltro io definirei lettori di opinione. Elettori che probabilmente lo hanno votato come alternativa sia alla destra che alla sinistra. Però, se Calenda dirà loro che fra i due contendenti in lizza preferisce il candidato del Pd, Gualtieri ne sarebbe avvantaggiato in modo significativo Gualtieri.

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In estrema sintesi, quale è il suo vincitore e il suo sconfitto?

Io credo che il vincitore vero di queste elezioni sia Beppe Sala. Il cinquantasette per cento a Milano significa aver ricevuto una valutazione molto positiva dagli elettori. Sala ha dimostrato che si può governare una città complessa come Milano. Il perdente è inevitabilmente il Movimento Cinque Stelle, anche se va premesso che non sappiamo più neppure che cosa sia. Il M5s perde a Roma, dove perde sicuramente anche Virginia Raggi, che peraltro ci ha messo del suo. A Torino hanno pagato la fuoriuscita di Chiara Appendino, ma in generale sono sicuramente dei perdenti. 

di Antonello Sette

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