Il governo approva la Nadef: si sosterrà l'economia per due anni, poi si penserà al debito

Nel documento emerge anche che per la prima volta dopo la pandemia scende il debito pubblico. 1,2 punti Pil per manovra, risorse per 22 miliardi

Draghi e Franco
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29 Settembre 2021 - 12.56


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Gettate le basi per la politica economica dei prossimi anni: numeri che danno un’idea di quale sarà il futuro del nostro paese in ripresa dopo la pandemia.

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“L’intonazione della politica di bilancio rimane espansiva nei prossimi due anni e poi diventa gradualmente più focalizzata sulla riduzione del rapporto debito/Pil”.

È quanto si legge nella premessa alla Nadef a firma del ministro dell’Economia, Daniele Franco. “La completa realizzazione del Pnrr resta la grande scommessa per i prossimi anni, in un contesto mondiale che è forse il più complesso ed articolato della storia recente. È una scommessa – sottolinea Franco – che l’Italia può vincere con la coesione interna, il buon governo e un forte radicamento europeo”.

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Dal documento approvato dal Cdm emerge anche che il debito pubblico per la prima volta dopo la pandemia scende. “Il più alto livello di Pil e il minor deficit fanno anche sì che il rapporto tra debito pubblico e prodotto non salga ulteriormente quest’anno, come previsto nel Def, ma scenda invece al 153,5 per cento, dal 155,6 per cento nel 2020” si legge.

Il debito continuerà a scendere anche nei prossimi anni, dopo il calo al 153,5 per cento di quest’anno, scendendo nel 2022 al di sotto del 150%. Secondo i dati il debito diminuirà al 149,4% del Pil il prossimo anno, al 147,6% nel 2023 e al 146,1% nel 2024.

Uno degli obiettivi, si legge nell’introduzione del ministro dell’Economia, Daniele Franco, è di “ricondurre il rapporto debito/Pil al livello precrisi (134,3 per cento) entro il 2030”. 

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“Ipotizzando che il grado di restrizione delle attività economiche e sociali legato al Covid-19 si vada via via riducendo – si legge nel documento – l’intonazione della politica di bilancio resterà espansiva fino a quando il PIL e l’occupazione avranno recuperato non solo la caduta, ma anche la mancata crescita rispetto al livello del 2019. In base alle proiezioni si può prevedere che tale condizione sarà soddisfatta a partire dal 2024″ si legge nel documento. 

Nella nota viene anche scritto che nel 2021 il Pil si attesterà a +6% e nel 2022 segnerà un +4,7% programmatico. 

Nel documento si prevede quindi che gli interventi in programma per il prossimo anno spingeranno la crescita di mezzo punto percentuale: si parte infatti da +4,2% tendenziale. Nello scenario programmatico la crescita del Pil sarà poi del 2,8 per cento nel 2023 e 1,9 per cento nel 2024. 

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Nella noto viene scritto che il margine di bilancio potenziale per la manovra è di circa 22 miliardi. A livello tendenziale, cioè a politiche invariate, secondo le stime del governo il deficit si ridurrà al 4,4% nel 2022 a fronte di un indebitamento programmatico fissato al 5,6% del Pil per l’anno prossimo.

Questo comporta uno spazio di manovra di 1,2 punti di Pil, tra 21 e 22 miliardi, per finanziare nuovi interventi.

“Gli interventi di politica fiscale che il governo intende adottare determinano un rafforzamento della dinamica espansiva del Pil nell’anno in corso e nel successivo. Rilevano in particolare la conferma delle politiche invariate e il rinnovo di interventi in favore delle Pmi e per la promozione dell’efficientamento energetico e dell’innovazione. Si avvia inoltre la prima fase della riforma dell’Irpef e degli ammortizzatori sociali e si prevede che l’assegno unico universale per i figli sia messo a regime” si legge ancora nella Nadef.

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