L'orrore delle leggi razziali fasciste: per non dimenticare gli orrori di Mussolini

Deposizione della corona d'alloro alla lapide nel Parco di San Rossore (Pisa) che ricorda la firma delle leggi razziali e l'inizio delle persecuzioni contro gli ebrei avvenuto il 5 settembre 1938

Mussolini, Hitler e l'antisemitismo
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5 Settembre 2021 - 19.39


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Un orrore incancellabile: il 5 settembre 1938 è una data nefasta nella storia del nostro Paese. Una data che ci riporta proprio qui in questi luoghi dove il Re d’Italia si trovava e dove firmò la prima delle leggi razziali proposte dal regime fascista. Una pagina di vergogna della nostra storia, che purtroppo ha faticato a diventare coscienza comune”. 

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Così il presidente del Consiglio regionale della Toscana, Antonio Mazzeo, durante la deposizione della corona d’alloro alla lapide nel Parco di San Rossore (Pisa) che ricorda la firma delle leggi razziali e l’inizio delle persecuzioni contro gli ebrei.

“Oggi qui, a nome del Consiglio regionale che mi onoro di rappresentare, – ha spiegato Mazzeo – voglio esprimere la più ferma condanna di quelle ideologie che 83 anni fa resero possibile un tale scempio. Voglio altresì assicurare alla comunità ebraica pisana qui presente e a tutti i nostri connazionali che si riconoscono in quella comunità l’impegno delle istituzioni regionali a promuovere una cultura aperta, dove il concetto discriminatorio di razza non trova spazio e dove si combatte ogni forma di intolleranza per qualsiasi ragione motivata”.

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“Vittorio Emanuele III – ha sottolineato Mazzeo – firmò le leggi antiebraiche durante una seduta di caccia, vicino a un ponticello, senza neppure pensare a quello che stava firmando e alle conseguenze.

Si comportò da indifferente, non provò nemmeno a cambiare il corso della storia, scelse di dare le spalle all’orrore che stava firmando e producendo”.

“Con quel regio decreto – ha ricordato il presidente Mazzeo – fu colpito un diritto fondamentale: quello all’istruzione. I bambini e i ragazzi della cosiddetta razza ebraica furono esclusi dalle scuole pubbliche. Un diritto che in questo tempo di pandemia abbiamo meglio compreso nel suo valore. La chiusura forzata delle scuole a tutti ci ha fatto capire l’importanza di un’educazione che è al tempo stesso acquisizione di saperi e palestra di socialità”.

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”Oggi dunque abbiamo uno sguardo più attento a comprendere il dramma che hanno vissuto quei bambini e quei ragazzi insieme alle loro famiglie. Non potevano più ritornare nelle classi dove avevano lasciato i loro compagni di studi e di giochi. Un’intollerabile violenza per giunta sulla pelle dei più piccoli e indifesi”.

”L’altro frutto perverso di quel regio decreto – ha continuato Mazzeo – fu l’espulsione dei docenti ebrei dalle scuole e dalle università italiane. Educatori ed intellettuali che avevano contribuito alla formazione delle giovani generazioni si trovarono messi alla porta.

Con grave danno prima ancora che di carattere economico per la loro vita, per la negazione della loro dignità di persone e di uomini”.

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“Questa cultura di discriminazione e di intolleranza portò poi alle persecuzioni, alle deportazioni, ai lager” ha ricordato. ”Un seme di violenza piantato quel giorno a San Rossore che avrebbe portato questi frutti maligni’

”Ecco perché oggi ricordando quel giorno, condannando ciò che ha significato – ha concluso Mazzeo -, vogliamo ribadire che questa memoria si fa impegno. Mai più una società che esclude, che discrimina, che usa violenza”.

”Il Consiglio regionale c’è. La Toscana c’è con la sua cultura millenaria. Il futuro che vogliamo costruire da questo fiore di consapevolezza può prendere vigore. Per questo continueremo il lavoro fatto in questi anni come Regione contro ogni forma di razzismo e discriminazione”.

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