Parole contro-corrente di un esponente della destra che, a volte, si dimostra critico verso le derive nostalgiche di un partizo zeppo di militanti ed elettori fascisti.
“Il problema di Durigon è che non è di sinistra. Salvini pensava che bastasse aspettare e far passare la nottata ma per i politici di destra non funziona così, il perdono non arriva”. Lo afferma il cofondatore di Fratelli d’Italia Guido Crosetto commentando, in un’intervista alla Stampa le dimissioni del sottosegretario leghista all’Economia, che voleva intitolare un parco di Latina al fratello di Mussolini.
“Quella proposta – sottolinea Crosetto – era inaccettabile e non esiste giustificazione, non capisco come si faccia ad avanzare un’idea del genere”. Quindi, secondo l’esponente di FdI, le sue dimissioni erano inevitabili: “Quando si ricoprono cariche istituzionali bisogna assumersi le proprie responsabilità, a mio avviso doveva dimettersi molto prima. Restando al suo posto ha causato un danno maggiore a sé stesso e al suo partito”.
Crosetto però non crede che gli attacchi di Salvini a Lamorgese siano stati funzionali a confondere le acque sul caso Durigon.
“Le sue critiche non sono certo di oggi, magari ci sarà stato un uso strumentale rispetto al caso Durigon, ma le motivazioni politiche sono altre, legate a una concezione opposta del ruolo di ministro dell’Interno, della gestione dei flussi migratori. Comunque, non si possono mettere sullo stesso piano le posizioni di Durigon e Lamorgese”.