Fedriga scettico sul Green Pass: "Chi controlla? Il barista non è un bodyguard"
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Fedriga scettico sul Green Pass: "Chi controlla? Il barista non è un bodyguard"

Il presidente della Conferenza delle Regioni: "Io credo che in questo momento bisogna accompagnare il Paese. Vedo una tensione che mi preoccupa"

Massimiliano Fedriga
Massimiliano Fedriga
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23 Luglio 2021 - 10.09


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Dopo l’ufficializzazione del governo all’utilizzo obbligatorio del green pass a partire dal 6 agosto, le reazioni sono state diverse, tra chi è d’accordo e chi non aspettava altro per criticare una misura che al momento sembra essere necessaria, e che potrà anche subire delle modifiche.

Sul Green pass obbligatorio a farsi sentire è il leghista Fedriga dal prossimo 6 agosto, “alcuni passaggi rendono difficile l’applicazione delle norme scelte. Chi controlla? E come viene fatto applicare? Non possiamo dare al barista e al ristoratore l’onere di fare il bodyguard, su questo lo Stato ci deve essere”, afferma il presidente del Friuli Venezia Giulia e della Conferenza delle Regioni.

“Io credo – ha continuato il governatore – che in questo momento bisogna accompagnare il Paese. Vedo una tensione che mi preoccupa nel Paese, uno scontro tra bande, non è possibile. Noi come Conferenza delle Regioni avremmo spinto di più per un accompagnamento”.

“E’ importante vaccinarsi, ne sento di tutti i colori. Il grande vantaggio del vaccino è che evita quasi totalmente la malattia grave e ciò significa che non si vanno a riempire gli ospedali, il dramma del coronavirus. E’ una battaglia di tutti, non solo del singolo”, spiega ancora Fedriga, facendo un “appello ai cittadini perché è una battaglia che va condotta insieme”. Per il governatore, non bisogna però “mettere sulla graticola chi ha dubbi sul vaccinarsi, ma spiegare. La battaglia si vince se le istituzioni si muovono insieme ai cittadini”.

E su chi parla di ‘schiaffo’ a Salvini da Draghi, “buttare, e qua c’è una responsabilità di alcuni organi di informazione, ogni frase come uno scontro tra persone e tra i partiti è sbagliato. Legittimamente possono esserci posizioni diverse, Salvini non ha mai detto non vaccinatevi, ha detto concentriamoci sulle categorie fragili”, continua Fedriga.

Green pass e controlli: quando serve e cosa dice il governo – Nuove regole e criteri per l’accesso a piscine, ristoranti, spettacoli e palestre e non solo. Questa la decisione annunciata ieri dal governo, che per decreto stabilisce come – per poter usufruire di alcune attività e servizi – sarà necessario possedere le “certificazioni verdi Covid-19 (Green Pass), comprovanti l’inoculamento almeno della prima dose vaccinale Sars-CoV-2 (validità 9 mesi) o la guarigione dall’infezione da Sars-CoV-2 (validità 6 mesi)” oppure l'”effettuazione di un test molecolare o antigenico rapido con risultato negativo al virus Sars-CoV-2 (con validità 48 ore)”.

Restano chiuse, invece, le discoteche per le quali l’esecutivo prevede dei ristori.

Secondo Palazzo Chigi, agli operatori autorizzati al controllo bisognerà mostrare soltanto il QR Code sia nella versione digitale del certificato, direttamente da smartphone o tablet, sia nella versione cartacea.

La verifica dell’autenticità del certificato è effettuata dagli operatori autorizzati, per esempio nei porti e negli aeroporti, esclusivamente tramite l’app VerificaC19, nel rispetto della privacy. Se il certificato è valido, il verificatore vedrà soltanto un segno grafico sul proprio dispositivo mobile (semaforo verde) e i dati anagrafici: nome e cognome e data di nascita.

Il verificatore può chiedere di mostrare anche un documento di identità in corso di validità.

 

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