Stato d'emergenza fino al 31 dicembre, zona gialla e green pass: ecco cosa deciderà il governo

Nel prossimo Consiglio dei ministri (che potrebbe essere domani e non oggi) saranno questi i nodi da sciogliere. Intanto salgono i contagi e le regioni fanno la loro proposta sul green pass

Mario Draghi
Mario Draghi
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21 Luglio 2021 - 10.43


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In questa settimana sono molte le decisioni da prendere per il governo, con il peso del numero dei contagi che cresce e la scadenza imminente dello stato d’emergenza, fissato al 31 luglio.

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La proroga dello stato d’emergenza fino al 31 dicembre, nuovi parametri e criteri per l’eventuale passaggio in zona gialla e in generale per l’assegnazione dei colori con relative regole più restrittive.

Insieme al Green pass, il rilascio con una dose e l’obbligo in alcuni luoghi pubblici, sono questi i nodi che il governo affronterà nel prossimo Consiglio dei ministri mentre i contagi da coronavirus continuano a crescere.

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Ma il Cdm, così come la Cabina di regia con il premier Mario Draghi, potrebbe slittare da oggi a domani.

Stato emergenza – Il governo, a quanto si apprende, valuta di estendere lo stato di emergenza per la pandemia – in scadenza al 31 luglio – anche fino alla fine dell’anno. La valutazione sarebbe legata da un lato alla situazione epidemiologica e alla recrudescenza del virus, dall’altra alla tornata elettorale d’autunno. Valutazioni sono in corso in queste ore, anche se la decisione ultima verrà presa dalla cabina di regia.

Zona gialla e nuovi parametri per i ‘colori’ – Il governo affronterà anche la questione dei nuovi parametri per le assegnazioni dei ‘colori’ alle Regioni, una necessità legata anche al fatto che – vista la curva epidemiologica in ripresa – sarebbero molte quelle a finire in zona gialla a stretto giro. Stop dunque a un sistema fondamentalmente basato su contagi e incidenza, occhio ai tassi di ospedalizzazione e all’occupazione di posti letto nelle terapie intensive.

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Green pass – Quanto ai criteri per l’utilizzo del Green pass all’interno dei confini italiani, il rilascio del certificato verde dovrebbe essere mantenuto anche per una sola dose, con l’invito stringente ad accelerare la seconda con degli step in termini di calendario.

C’è una discussione aperta – spiegano inoltre fonti di governo – sulle categorie e i luoghi, ad esempio bar e ristoranti, dove consentire l’accesso anche con una sola dose di vaccino, senza il completamento dell’intero ciclo vaccinale.

Contagi in salita – Sono 3.558 i nuovi contagi da coronavirus in Italia oggi, martedì 20 luglio 2021, secondo i dati – regione per regione – del bollettino della Protezione Civile. Da ieri, registrati altri 10 morti che portano a 127.884 il totale delle vittime dall’inizio dell’emergenza legata al covid-19.

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Nelle ultime 24 ore sono stati eseguiti 218.705 tamponi, l’indice positività è a 1,6%. In terapia intensiva si trovano 165 pazienti, 3 in più rispetto a ieri, con 11 ingressi nelle ultime 24 ore. I ricoverati con sintomi sono 1.194 (+6).

Cts – “Nessuno vuol chiudere nulla, in particolare in un momento come l’estate. Ma va anche gestita la ripresa della curva epidemica: ci sono valutazioni da fare”. Così il coordinatore del Cts, il professor Franco Locatelli.

“Il Comitato tecnico scientifico può fornire dati e consulenza, ma tocca alla politica” prendere decisioni, dice Locatelli, evidenziando anche “un’apertura di riflessione importante rispetto al modello di green pass. Se guardiamo l’evoluzione della ripresa dei contagi, adesso si considera l’impatto sui servizi ospedalieri. Ma dobbiamo pensare a fare qualcosa davanti alla ripresa della circolazione virale: abbiamo quasi 5 milioni di connazionali oltre i 50 anni di età che non hanno ricevuto una singola dose di vaccino. Nella fascia 70-79 anni, il 13% non ha avuto una singola dose di vaccino e una persona di questa età ha una probabilità su 10 di perdere la vita se si infetta. Misura coercitive? Io parlerei di misure incentivanti: se posso avere accesso ai cinema, alle piscine, ai ristoranti al chiuso… Siamo così sicuri che il green pass non aumenterebbe il numero degli avventori nei ristoranti?”.

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Tornano le zone gialle? “Se i numeri cresceranno in maniera marcatissima e ci sarà un impatto sui servizi sanitari, ci sarà una rimodulazione dei profili di rischio. E’ uno dei punti di riflessione”, dice facendo riferimento alla definizione delle soglie che separano la zona bianca dalla zona gialla. “E’ una decisione da assumere dopo attenta ponderazione, è evidente che nessuno vuol chiudere nulla in particolare in un momento come l’estate. Ma va anche gestita la ripresa della curva epidemica: ci sono valutazioni da fare”.

Le ipotesi delle Regioni – Le Regioni dal canto loro, proseguendo le interlocuzioni con il governo, lavorano a una “definizione puntuale delle proposte”.

Per Massimiliano Fedriga, presidente della Conferenza delle Regioni e governatore del Friuli Venezia Giulia, il Green pass va “sfruttarlo bene e al massimo, permettendo così di aprire ciò che altrimenti sarebbe chiuso. Penso ai grandi eventi, alle discoteche. E’ poi altrettanto utile se un territorio cambia colore, se dovesse andare ad esempio in arancione dove alcune attività sono chiuse, dovrebbero essere aperte per chi ha il Green pass. Non serve a tornare nella situazione dello scorso anno, ma a dare maggiore opportunità perché oggi abbiamo una nuova arma che si chiama vaccino”.

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Poi, in merito all’ipotesi di istituire la zona gialla col 5% delle terapie intensive occupate, Fedriga ha risposto: “La conferenza delle Regioni oggi ha escluso una ipotesi di percentuali così basse di occupazione. Sarebbe ingiustificabile chiudere il Paese con gli ospedali vuoti. Dobbiamo prestare la massima attenzione a come evolve la malattia, soprattutto sulle ospedalizzazioni perché se ci fidiamo del vaccino, come io mi fido molto, in prospettiva il problema non è se uno si contagia ma se la malattia si aggrava e richiede cure ospedaliere. Questo per il dramma che si crea per tutte le altre patologie che non trovano la dovuta risposta ospedaliera in quanto gli ospedali sono saturi”.

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