Finanziamento illecito: indagati Renzi e il manager Lucio Presta

Al centro dell'indagine i bonifici del documentario "Firenze secondo me", che finirono nel 2019 in una relazione dell'antiriciclaggio della Uif

Matteo Renzi con Lucio Presta
Matteo Renzi con Lucio Presta
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13 Luglio 2021 - 18.34


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Può essere che finirà con un nulla di fatto come con rinvio a giudizoi, ma quello che vuole la procura è accertare tutte le responsabilità del caso, sempre che ci siano responsabilità.

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 Il leader di Italia viva, Matteo Renzi, ed il manager Lucio Presta sarebbero indagati dalla Procura di Roma per finanziamento illecito ai partiti. E’ quanto si sostiene in una anticipazione on line sul sito del quotidiano “Domani”. Secondo il giornale la vicenda riguarda i bonifici del documentario, “Firenze secondo me”, che Renzi, con la casa di produzione Arcobaleno 3 della famiglia Presta (di cui è amministratore Niccolò, figlio di Lucio), ha realizzato. Quei bonifici nel 2019 finirono in una relazione dell’antiriciclaggio della Uif.

La Procura di Roma, rileva il quotidiano, “vuole vederci chiaro sulla regolarità dell’operazione. I sospetti maggiori non riguardano tanto il documentario, visto che il prodotto – al di là dei compensi anomali e fuori mercato per il conduttore-autore – è certamente stato realizzato e messo in onda. I dubbi toccano soprattutto – scrive Domanì – altri due contratti e relativi bonifici da centinaia di migliaia di euro a favore di Renzi, scoperti dopo una verifica fiscale nella sede dell’Arcobaleno Tre. Denaro versato dalla società del manager all’ex premier per la cessione dei diritti d’immagine e per alcuni progetti televisivi che i due avrebbero dovuto fare insieme”.

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Nel decreto di perquisizione ai Presta e alla loro Arcobaleno Tre, i pm “parlano infatti di ‘rapporti contrattuali fittizi, con l’emissione e l’annotazione di fatture relative a operazioni inesistenti, finalizzate anche alla realizzazione di risparmio fiscale, consistente nell’utilizzazione quali costi deducibili inerenti all’attività d’impresa costi occulti del finanziamento della politica. I programmi ipotizzati non sono infatti mai stati fatti, e soprattutto – conclude il quotidiano – i pagamenti al politico non sono stati iscritti al bilancio”.

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