Tra sindaci e governatori: ecco la classifica dei rappresentati politici più amati
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Tra sindaci e governatori: ecco la classifica dei rappresentati politici più amati

Zaia, Bonaccini e Fedriga i presidenti di regione più apprezzati. Brugnaro, Gori e Zingaretti crescono mentre crolla la Raggi

Alcuni rappresentanti politici
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5 Luglio 2021 - 11.51


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Indici di apprezzamento che variano a distanza di un anno dall’ultima rilevazione.

Luca Zaia e Antonio Decaro si confermano anche nel 2021 gli amministratori locali dal più elevato indice di gradimento in Italia.

Se si votasse in questo momento il presidente della Regione Veneto otterrebbe il 74% dei consensi, mentre il sindaco di Bari il 65%.

I dati emergono dalla nuova edizione della tradizionale indagine annuale ‘Governance Poll’ realizzata da Noto sondaggi per il Sole24ore. 

Dietro di loro, però, dodici mesi dopo la scorsa rilevazione, il quadro dei leader più popolari risulta in forte movimento.

Non sono infatti più del centrodestra i quattro governatori più popolari d’Italia. Dopo Zaia infatti, al secondo posto non compare più Massimiliano Fedriga (Friuli Venezia Giulia, Lega), che è stato scalzato da Stefano Bonaccini (Emilia Romagna, Pd), che, con una crescita del 6%, raggiunge quota 60%.

Nel sondaggio dello scorso anno Bonaccini era al quinto posto, con il 54% delle preferenze. 

Fedriga deve invece condividere il terzo gradino del podio con Vincenzo De Luca (Campania, Pd).

Entrambi, se si votasse ora, avrebbero il 59% delle preferenze. Nei top five, al quarto posto il governatore ligure Giovanni Toti (centrodestra) al 56% e al quinto posto Alberto Cirio (Piemonte, centrodestra) al 52,5%.

Tra i sindaci emerge il secondo posto di Luigi Brugnaro (Venezia, centrodestra) al 62%, segnando un balzo di +7,9%, rispetto allo scorso anno. Brugnaro è seguito al terzo da Giorgio Gori (Bergamo, centrosinistra), ex aequo con Marco Fioravanti (Ascoli Piceno, centrodestra), entrambi al 61% ma con il Sindaco di Bergamo in crescita del 5,7%.

Il sondaggio del Sole24ore coglie i trend degli amministratori locali 16 mesi dopo lo scoppio della pandemia, in una fase che oggi non è più dominata dai contagi e dalla crisi economica, ma dalle prospettive di ripresa di tutte le attività grazie al crescendo della campagna di vaccinazione.

Nel caso dei governatori, se il confronto si sposta dal risultato 2020 a quello del giorno di elezione spiccano le performance di Luca Zingaretti (Lazio) che guadagna +10 punti, di Nello Musumeci (Sicilia, +9,2) e dello stesso Bonaccini (+8,6).

In ribasso, invece, le quotazioni di Donatella Tesei (Umbria), rispetto sia allo scorso anno sia al giorno delle elezioni. Lo scorso anno Tesei era al terzo posto tra i governatori, con il 57,5% delle preferenze. 

Il termometro della popolarità dei sindaci evidenzia, nel confronto tra il 2021 e il giorno delle elezioni, due gruppi di situazioni critiche.

Il primo è quello dei sindaci delle grandi città del Sud alle prese con conti in dissesto e paralisi amministrative. Agli ultimi tre posti della graduatoria delle 105 città capoluogo ci sono infatti Salvo Pogliese (Catania, 30% dei consensi), Luigi De Magistris (Napoli, 35%) e Leoluca Orlando (Palermo, 39%).

L’altro fronte traballante è, più in generale, quello delle metropoli. Dario Nardella (Firenze, 57%) e Virginio Merola (Bologna, 54,6%) continuano a cavarsela egregiamente, ma Beppe Sala (Milano) si ferma per la prima volta sotto al 50% occupando un opaco 81° posto (-2,7%), mentre le sindache Cinque Stelle Virginia Raggi (Roma) e Chiara Appendino (Torino) coabitano alla casella numero 94 con il 43% di gradimento, con la Raggi che cala del 24,2% e l’Appendino dell′11,6%.

Il logorio amministrativo – che, per esempio, ha colpito in pieno Federico Pizzarotti (Parma, 97° posto) allontanandolo dalle prime posizioni occupate qualche anno fa – non intacca il favore di Clemente Mastella (Benevento), che arriva alla fine del primo mandato da sindaco con un solido 59,5%.

Le difficoltà della vita amministrativa possono essere rapidamente fatali anche per gli outsider: lo dimostra la caduta libera – dal secondo al 22° posto in un solo anno – delle quotazioni di Cateno De Luca (Messina).

 

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