Cirinnà contro Italia Viva: "Con il loro voto i numeri in Senato ci sono. Renzi strizza l'occhio alla destra per..."

La senatrice: "La prova sta nei numeri del Conte 2 che non è mai stato sfiduciato finchè Renzi votava a favore. Il Pd andrà fino in fondo sostenendo la legge"

Monica Cirinnà
Monica Cirinnà
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5 Luglio 2021 - 14.07


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Da sempre dalla parte degli omosessuali, con una legge che porta il suo nome e che istituisce le unioni civili in Italia per le coppie dello stesso sesso.

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L’ambito non è dissimile, visto che si parla del ddl Zan, adesso osteggiato anche dai renziani: “Se Italia viva vota, i numeri in Senato ci sono. La prova sta nei numeri del Conte 2 che non è mai stato sfiduciato finchè Renzi votava a favore”.

Lo dice Monica Cirnnà, senatrice del Pd, che si rivolge “alla coscienza dei 17 parlamentari di Iv che sono stati eletti con i voti del Pd: li conosco e sono convinto che non si faranno guidare in un`operazione di pura tattica politica”.

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Per Cirinnà “Renzi sta facendo l’occhiolino alla Lega e a FdI per trattare sull`elezione del Presidente della Repubblica e sulle future elezioni. Del resto un partitino che ha il 2% ha solo due opzioni: o guardare all`area a lui limitrofa, quella di centrodestra, oppure buttarsi dal Ponte d’Ariccia. Questo di Renzi è un suicidio politico, la sua posizione sta facendo scivolare l`Italia verso l’Ungheria di Orban. Io fino a ieri pensavo Salvini come Orban, adesso invece sembra Renzi come Orban”.

Cirinnà ricorda che “Italia viva ha votato il testo Zan alla Camera dopo averlo mediato con noi per oltre un anno in un tavolo tecnico in cui c’era per loro Lucia Annibali. Quello che si poteva mediare è stato mediato, è stato deciso tutti insieme.

Abbiamo composto con la ministra Bonetti un testo che andava bene a tutti, anche all’ala ultracattolica del Pd. Quindi cara Italia viva perché parlate di numeri? I numeri se voi votate ce l`abbiamo”.

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Cirinnà ribadisce che “il Pd andrà fino in fondo sostenendo la legge, ma io sono l’unica persona in questo momento ad avere relazioni costanti e continue con i responsabili nazionali delle associazioni Lgbt e le associazioni ci dicono: meglio morire in aula che avere una cattiva legge, non fate mediazioni che svendano i nostri diritti”.

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