Malpezzi: "Sul ddl Zan ci sentiamo presi in giro dalla destra"
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Malpezzi: "Sul ddl Zan ci sentiamo presi in giro dalla destra"

La capogruppo del Pd al Senato: "Visto che non c'è mediazione possibile ma solo ostruzionismo allora diciamo si vada in Aula con il testo"

Simona Malpezzi
Simona Malpezzi
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16 Giugno 2021 - 15.28


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La presidente del gruppo del Pd, Simona Malpezzi, ha parlato in generale del suo partito e delle sfide che lo attendono.
“Sul ddl Zan purtroppo le notizie non sono buone, abbiamo accettato la proposta del centrodestra di sederci al tavolo del confronto, ma abbiamo chiesto una data certa per l’approvazione in Commissione e un percorso chiaro.
E cosa sta succedendo? Ci sentiamo presi in giro, nelle audizioni si parla d’altro, il centrodestra non vuole arrivare a conclusione. Per questo, lo abbiamo detto anche alla Presidente Casellati, c’è da parte nostra la volontà di portare il testo in Aula.
Il Pd anche in questa circostanza si è dimostrato responsabile, ha voluto condividere tempi e modi con tutti, in modo molto serio, ma visto che non c’è mediazione possibile ma solo ostruzionismo allora diciamo chiaramente: si vada in Aula con il testo”. 
“Le Agorà occasione per costruire società e futuro”
“Il lavoro della Agorà che ha presentato il segretario Letta è importante: è un’apertura e un’occasione di coinvolgimento non solo per i militanti e per gli iscritti, ma anche per chi non si è mai iscritto, per chi non ci ha mai votato, per chi ha smesso di frequentare le urne. Significa provare a raccontare la società del futuro che si vuole costruire attraverso una grande opportunità di partecipazione che unisce, ma non sostituisce la democrazia rappresentativa.
Il Pd è una grande casa che si può solo ampliare. Del resto i nostri circoli spesso già lo fanno: sono aperti al sociale, al civismo. Nel caso delle Agorà rimarrà il segno di questa apertura in una piattaforma e quindi le proposte saranno spendibili nella realtà”. 
“Le primarie a Torino – ha proseguito Malpezzi – sono state il modo di riappropriarci di uno spazio fisico dopo la pandemia che ci ha cambiato profondamente. La partecipazione non era scontata, non lo sarà neanche per i prossimi appuntamenti, non siamo più abituati alla partecipazione di massa. Ma sono anche un modo di riappropriarci del nostro stare insieme”.

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