Strage della funivia: inconcepibile incoscienza, disumanità e responsabilità criminale

L’affranto della comunità di Stresa e Verbania accompagnato dalla commozione unanime di tutta Italia, mostrano subito quanto profondamente la tragedia della funivia abbia ferito tutti per la sua crudeltà

Funivia sul Mottarone
Funivia sul Mottarone
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Nuccio Fava Modifica articolo

27 Maggio 2021 - 21.25


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Devo tornare al giorno della strage degli uomini della scorta di Aldo Moro e del suo rapimento, per ricordare il Parlamento così commosso e partecipe in ogni settore. La strage di Stresa, le sue orribili ragioni che praticamente da subito sono cominciate ad emergere, mettono in luce una criminale incosciente voracità che al danaro ed al guadagno non vuole rinunciare mai neppure dinnanzi ai rischi concreti di distruggere vite umane, famiglie, bambini, affetti.

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L’affranto della comunità di Stresa e Verbania accompagnato dalla commozione unanime di tutta Italia, mostrano subito quanto profondamente la tragedia della funivia abbia ferito tutti per la sua crudeltà e, paradossalmente per la sua ingorda stupidità. Chiariscono ulteriormente gli inquirenti, già bravi e solleciti nell’indicare con chiarezza i primi elementi di indagine per comprendere le cause della disgrazia. Per convenienza economica e per consentire ai visitatori di compiere la gita sulla montagna per ammirare lo spettacolo bellissimo del lago Maggiore senza rischio di intoppi, sono giunti con stolta e criminale superficialità ad eliminare gli strumenti di sicurezza che intervengono nel caso di guasto e assicurano il blocco della funivia. Si è scelto invece con inconcepibile incoscienza, disumanità e responsabilità criminale il rischio di attivare ugualmente la funivia con le conseguenze tragiche a cui abbiamo assistito.

Spetterà agli inquirenti, che hanno operato sin dall’inizio con grande perizia e senso della giustizia, analogamente a quanto emerso dalla puntuale informativa alla Camera del ministro Giovannini. A noi nel dolore che ci ha colpito resta la grande speranza di una definitiva ripresa del piccolo Eitan ancora alle cure dei sanitari dell’ospedale di Torino, senza più famiglia, già sepolta in Israele e che con il non facile percorso che l’attende resterà comunque simbolo vivente dell’immane tragedia.

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A tutti noi in qualche modo quasi un senso di colpa ed impotenza e la preghiera ed il ricordo che ci accompagneranno per sempre.

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