Pillon difende l'ostruzionismo contro la legge Zan: "Siamo in tempo per fermare l'ideologia Gender"
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Pillon difende l'ostruzionismo contro la legge Zan: "Siamo in tempo per fermare l'ideologia Gender"

Il senatore della Lega: "Il Pd ha chiesto tempi rapidissimi. Noi chiediamo sia dato ascolto ai membri della società civile"

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24 Maggio 2021 - 20.47


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Continua l’ostruzionismo per bloccare una legge che la destra tradizionalista aborre perché va contro la visione oscurantista della società  che loro propugnano.

“Siamo ancora in tempo per fermare l’ideologia Gender. L’Italia, a differenza di paesi in cui leggi simili al ddl Zan sono entrate in vigore, può tornare al buon senso ed alla naturalità delle cose”.

Ne parla alla vigilia della ripresa dei lavori sui testi Zan e Ronzulli sull’omofobia domani in Commissione Giustizia al Senato, il senatore della Lega Simone Pillon che sul rincorrersi di voci in merito ad uno scontro sul calendario afferma: “il Pd ha chiesto tempi rapidissimi. Noi chiediamo sia dato ascolto ai membri della società civile. Abbiamo già rinunciato a 25 nomi di associazioni che avrebbero voluto essere sentite, ora lasciamo spazio al confronto con le rimanenti audizioni”.

Il punto dirimente e da stralciare secondo il fronte avverso al ddl Zan, è l’identità di genere che nel concetto del ‘non binary “contenuto con esplicito riferimento nell’articolo 1, trova il suo punto di arrivo – spiega Pillon – Parliamo del self-id, cioè io mi identifico come voglio. Dunque il sesso dipende da una auto-percezione”. Un meccanismo che potrebbe far entrare dalla finestra nell’atto di autodefinizione del proprio genere criteri di convenienza conducendo “a situazioni aberranti come nel caso di Laurel Hubbard, il primo sollevatore di pesi transgender qualificato per le olimpiadi di Tokyo: è biologicamente maschio ma gareggia nelle competizioni femminili, vincendo sulla pelle delle atlete femmine, costrette a competere con un uomo”. 

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 Ma l’allarme ed il problema più grande “è l’applicazione della self identity ai bambini”, rimarca il senatore della Lega. La storia di Robert Hoogland, il padre canadese sconfitto in tribunale che aveva tentato di impedire che alla figlia adolescente venisse somministrato il testosterone come parte della sua ‘transizione di genere’, insegna: “in Canada la legge stabilisce che la volontà del minore è privilegiata rispetto a quella genitoriale. Ai bambini di tutte le età viene insegnato che hanno un’identità di genere che è più significativa del sesso biologico. Molte di queste attività sono nascoste ai genitori, e Hoogland ne è venuto a conoscenza solo dopo che in accordo con le linee guida statali, il consulente scolastico aveva fatto avviare alla bambina il processo di transizione all’insaputa dei genitori. Ha tentato di bloccare la transizione ma è stato condannato a sei mesi di reclusione e 30 mila dollari di multa per ostacolo alla giustizia. Una follia.”.

Di casi estremi è piena la letteratura che trae le sue origini dall’idea dell’ “autopoiesi dell’uomo che si crea da solo”. A coniare il ‘non binary’ ci ha pensato poi una filosofa americana, Judith Butler, “secondo cui il dualismo dei sessi va superato attraverso l’abbandono della binarietà. Secondo la Butler – ricorda Pillon – i sessi non sono più due, ma tutti quelli che vogliamo. Il sesso non è altro che una performance, una sceneggiata in cui si sceglie chi interpretare senza corrispondenza con il proprio corpo. Una delle sue frasi più famose è: ‘Non vi è motivo di credere che i generi debbano restare due’. È una teoria balzana – conclude il senatore della Lega – che si vuole imporre con la forza della legge. Non saremo mai d’accordo con simili follie”.

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