Fratoianni: "Salvini urla all'invasione ma al Viminale ha fatto solo danni"
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Fratoianni: "Salvini urla all'invasione ma al Viminale ha fatto solo danni"

Il segretario di Sinistra Italiana: "Bisogna decidere che cosa va combattuto, la disperazione, la povertà o deve essere combattuto l'egoismo dell'Europa

Nicola Fratoianni
Nicola Fratoianni
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11 Maggio 2021 - 14.53


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Lo scandalo di questa destra xenofoba che oggi tira di nuovo in ballo i migranti, collegandoli con una protesta per il coprifuoco è evidente.

Certo, la questione è da gestire, ma in passato sono state di più le parole dei fatti.

Il portavoce di Sinistra Italiana Nicola Fratoianni ricorda questo al segretario della Lega: ”Salvini urla ad un’invasione che non c’è. Mi auguro davvero che Salvini non torni al Viminale perché quando c’è stato ha combinato disastri, per le cose fatte e soprattutto per le cose dette e per i comportamenti che ha assunto. Chi svolge un ruolo pubblico ha anche il compito di costruire cultura. E lui ha fatto il contrario”.

Fratoianni prosegue: ”Ora bisogna decidere che cosa va combattuto deve essere combattuta la disperazione, la povertà, la morte delle persone che affogano nel Mediterraneo o deve essere combattuto l’egoismo dell’Europa. Voler continuare a discettare di accordi con la Libia è abbastanza inaccettabile, ma di che cosa stiamo parlando? È un Paese in cui i diritti umani non sono rispettati né garantiti, in cui ci sono veri e propri lager, e in cui la guardia costiera che noi finanziamo è una milizia che di giorno fa i respingimenti illegali di migranti, mica li salva, e la sera fanno traffici”.

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“Il che dimostra – conclude – che il presidente Draghi quando li ha ringraziati ha fatto una cosa grave, molto grave anche sul piano dell’etica. Ma di che cosa bisogna ringraziare la guardia costiera libica? Di catturare persone inermi e di sparare sui nostri pescherecci? Due questioni sono da affrontare: una questione che riguarda la politica estera della Ue e dell’Italia per la stabilizzazione della Libia e l’altra quella di attivare subito una missione europea di ricerca e soccorso nel Mediterraneo associata ad una politica della redistribuzione dei migranti nel Continente”.

 

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