Una via per le vittime della strage fascista di Bologna: Lega e Fdi non votano a favore

Il consiglio comunale ha deciso di intitolare una strada a ciascuna vittima. Ma l’estrema destra ha avuto da ridire sull’ordine del giorno che sottolinea il colore politico dell’attentato

Strage di Bologna
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4 Maggio 2021 - 07.14


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Ancora una volta si sono fatti riconoscere. L’estrema destra resta l’estrema destra anche in una città martire come Bologna.
E perché? Perché fascisti, post-fascisti e loro sodali nonostante le sentenze passate in giudicato, nonostante le nuove indagini abbiano fatto emergere nuove piste sui mandanti rifiutano di accettare che si sia trattato di una strage fascista e continuano il loro martellamento per sostenere più o meno la stessa tesi di Licio Gelli, ossia una pista palestinese o legata al terrorismo internazionale ‘di sinistra’ che ruotava intorno a Carlos.
Anni di campagne cadute nel vuoto mentre le sentenze e le nuove indagini parlano chiaro.

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Una via, una piazzetta, un giardino pubblico intitolato a ciascuna delle 85 vittime della strage del 2 Agosto 1980. Come racconta Repubblica. Bologna, la proposta arriva e viene approvata  in consiglio comunale a Bologna. Ma Lega e Fratelli d’Italia non la votano. E salta un’unanimità che dovrebbe essere scontata.  

L’ordine del giorno è stato presentato in aula dalla dem Federica Mazzoni in accordo con il sindaco Virginio Merola. Il motivo? “Nominare e visualizzare i luoghi della città attraverso le intitolazioni pubbliche è un aspetto fondamentale della memoria e della conoscenza della storia e dei valori di una comunità”. Fare memoria, dunque. Ma i consiglieri della Lega, di Fdi e Insieme Bologna prima tentano di modificare il documento eliminando i passaggi in cui si cita il processo ai mandanti, che si è aperto di recente con le prime udienze e nel quale il Comune è parte civile, e finanziatori della strage e si esprime vicinanza all’Associazione dei familiari delle vittime. Poi escono dall’aula.

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Il documento sottolineava che il 16 aprile ha avuto inizio il processo ai mandanti e ai finanziatori della strage neofascista del 2 agosto. Subito dopo, c’è il capoverso in cui si esplicita il messaggio di “ulteriore vicinanza” all’Associazione dei familiari. Con queste premesse, il dispositivo impegna l’amministrazione “a intitolare luoghi pubblici cittadini o, laddove necessario, farsi da tramite presso la Commissione consultiva per la denominazione delle vie cittadine affinchè, in via prioritaria ciascuna delle 85 vittime del 2 agosto 1980 abbia un luogo specifico e singolarmente dedicato, a partire dalle 16 che vivevano nella città metropolitana di Bologna”.

Dalla Lega, la capogruppo Francesca Scarano obietta sul riferimento alle 16 vittime bolognesi (“Non facciamo distinguo”) ma soprattutto chiede di votare l’odg per parti separate “per metterci nelle condizioni di poter votare l’odg renendolo il più scevro possibile da qualsiasi considerazione che non porti all’unità”. Scarano chiede in pratica di separare i passaggi sui mandanti e finanziatori (“Si entra nel merito di un processo ancora in corso”) e sulla vicinanza ai parenti: “Dovrebbe essere verso i familiari delle vittime, a prescindere dall’Associazione che rappresenta una parte di essi”. Come Fdi “condividiamo le considerazioni di Scarano”, dichiara il capogruppo Francesco Sassone, rimarcando poi in particolare le proprie “perplessità” sulla priorità per le vittime bolognesi: sembra “una sorta di differenziazione”, quando invece “le 85 vittime sono tutte uguali”.
Massimo Bugani (M5s), invece, sottolinea di “condividere l’odg in ogni sua parte”. Anche Federico Martelloni (Coalizione civica) esprime sostegno all’odg, cogliendo l’occasione per rilanciare la propria proposta di collocare un pianoforte con 85 tasti nell’atrio della stazione, “in accordo ovviamente con l’Associazione dei familiari”. La richiesta di votare l’odg per parti separate, intanto, viene respinta dal vicepresidente Marco Piazza perchè, sulla base anche del parere tecnico fornito dalla segreteria, si può procedere in questo modo solo se le porzioni in cui viene diviso il testo conservano una propria autonomia e un senso compiuto. Scarano ripiega quindi sulla presentazione di un ordine del giorno collegato, che rispetto a quello originario è privo dei passaggi non condivisi.

La consigliera dem Federica Mazzoni tiene il punto. Intanto, nel dare priorità alle vittime bolognesi “non c’è assolutamente la volontà di creare vittime di serie A e di serie B, lo dico con molta forza: è semplicemente la volontà di trovare un minimo criterio per poter procedere a queste corpose intitolazioni”. Inoltre, “dobbiamo essere molto consapevoli, ancor prima che grati, all’Associazione dei familiari per quanto ha fatto sia in termini pratici e operativi sia in termini di costruzione di una memoria collettiva intorno a quanto accaduto alla stazione”. Un’Associazione “con la schiena dritta, che non si è accontentata delle prime sentenze e sta continuando a battagliare affinchè venga fatta piena luce”, aggiunge Mazzoni.

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Alla fine, l’odg sulle intitolazioni è stato approvato con 23 voti favorevoli (Pd, M5s, Coalizione civica, Nessuno resti indietro, Al centro Bologna) e sei non votanti (Lega, Fdi, Insieme Bologna). A parti invertite è stato bocciato l’odg collegato presentato da Scarano: sei voti favorevoli e 23 contrari.

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