La Lega (con l'aiuto di Iv) affossa il Ddl Zan: "Draghi ci ha chiesto di accantonare temi divisivi"

Massimiliano Romeo (Lega): "Andare avanti con questi temi divisivi significa avvelenare il clima all'interno e mettere in difficoltà e ulteriormente a rischio una situazione che è già difficile tra di noi"

Ddl Zan
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21 Aprile 2021 - 15.03


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Approfittando dell’assalto di Italia Viva, la Lega tenta di dare il colpo di grazia al Ddl Zan, arrampicandosi sugli specchi e mascherando le loro ragioni ideologiche e di opportunismo politico dietro il rispetto della parola data a Draghi sul non dibattere su temi divisivi. Massimiliano Romeo, presidente dei senatori della Lega, intervenendo in aula a Palazzo Madama questa mattina sul ddl Zan, approvato alla Camera, ha dichiarato: “Il presidente del Consiglio, Mario Draghi, ha chiesto espressamente ai capigruppo di maggioranza di accantonare tutto ciò che ha significato un marcare la differenza tra i vari partiti negli ultimi venti anni”.
Romeo ha lamentato che “in ogni singola Commissione la vecchia maggioranza, quindi la maggioranza dell’attuale maggioranza, vuole andare avanti a calendarizzare disegni di legge identitari e in molti casi divisivi: visto che sono Capogruppo e ho partecipato all’incontro la scorsa settimana con il presidente Draghi, a cui hanno partecipato tutti i partiti, ricordo benissimo che il presidente Draghi – e mi prendo io la responsabilità di usare le sue stesse parole – ha chiesto espressamente che, in questa fase delicata del nostro Paese sotto l’aspetto sanitario ed economico, di accantonare – ha usato questo termine – tutto ciò che ha significato un marcare la differenza tra i vari partiti negli ultimi venti anni. Ok? Così ce le diciamo tutte. Ha detto anche che ciò deve avvenire non solo da parte del governo, ma anche da parte del Parlamento, tanto è vero che non era piaciuta una mozione che era stata presentata e aveva avuto una votazione differente, pur essendo una mozione, perché ha specificato che in questo momento i cittadini hanno bisogno di fiducia”. Il riferimento è alla mozione sulla Borsa Italiana sottoscritta dal centrodestra bocciata dal governo in favore di un nuovo testo di maggioranza.
“Andare avanti con questi temi divisivi – ha detto Romeo – significa avvelenare il clima all’interno e mettere in difficoltà e ulteriormente a rischio una situazione che è già difficile tra di noi; perché facciamo fatica a trovare l’accordo su tanti temi”, ha detto Romeo ricordando che la Lega ha accantonato ad esempio temi come “l’affido condiviso, che sappiamo creare problemi, o quello dei decreti sicurezza, o la flat tax. Voi invece volete portare avanti i vostri temi di bandiera”.
Il presidente dei senatori leghisti ha chiarito che “il tema divisivo non è l’omotransfobia, su cui siamo tutti d’accordo. Anzi, lo stesso senatore Ostellari si è reso disponibile a modificare l’articolo 61 del codice penale, per aumentare le pene per coloro che discriminano per orientamento sessuale. Cosa è divisivo? Il disegno di legge Zan! Ma non è solo divisivo con noi, ma è divisivo anche a sinistra, perché abbiamo visto Arcilesbica, Paola Concia, alcune femministe come Marina Terragni, che hanno criticato questo disegno di legge, perché l’identità di genere mette a rischio le conquiste fatte dalle donne per anni”.
“Rispetto le idee LGBT, però voglio che anche gli altri rispettino le mie. Non posso essere messo un domani nelle condizioni di essere bollato, sanzionato, di non potermi candidare, solo perché ho osato contraddire un’ideologia. Questo non è giusto! La libertà di espressione va tutelata fino in fondo”, ha insistito Romeo.
“Nella scuola – ha concluso – non voglio che venga imposto un modello, che sia il modello LGBT o che sia il modello Pillon. Non voglio nessun modello: a scuola si insegna la grammatica, si insegna a studiare la geografia, la matematica, l’italiano e la responsabilità, poi ognuno sarà libero di scegliere il modello che meglio crede. Questa è libertà. Perché quando la scrittrice Murgia dice che la parte più interessante del disegno di legge Zan è quella sulle scuole, perché vogliamo modificare la cultura, mi vengono i brividi”, ha concluso.

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